Associazione Carta di Roma presenta il secondo rapporto. Giovanni Maria Bellu: “Un buon giornalismo per una giusta percezione dei fatti”
Un altro anno di migranti in prima pagina. Sono notizie alla deriva quelle sul mondo dell’immigrazione, seguono il flusso della cronaca, spesso senza riuscire a offrire a chi legge, ascolta o guarda la visione d’insieme, la contestualizzazione dei fenomeni in corso.
È quanto emerge dal secondo rapporto annuale dell’Osservatorio Carta di Roma, “Notizie alla deriva”, presentato stamattina alla Camera dei Deputati. «Quello di cui abbiamo bisogno non è un giornalismo buono, o buonista, ma di buon giornalismo» ha commentato Giovanni Maria Bellu, presidente di Carta di Roma, introducendo i dati rilevati per il 2013. «Un buon giornalismo è l’unico in grado di offrire al pubblico la giusta percezione dei fatti», ha aggiunto.
Le università di Bologna, Torino e Roma-La Sapienza hanno osservato in “Notizie alla deriva” un raddoppiamento delle notizie su migranti e immigrazione nel campione di testate esaminate, rispetto all’anno precedente. Un aumento che si è verificato in dodici mesi densi di avvenimenti “da prima pagina”, storie che sono state seguite a lungo, giustificando, almeno parzialmente, tale incremento; tra queste gli episodi razzisti che hanno avuto per protagonista l’allora ministro all’Integrazione Cécile Kyenge, il naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013, lo scandalo del Cie della stessa isola.
Nonostante l’interesse costante per alcune storie e la loro copertura continuativa abbiano portato a un aumento delle notizie tematiche (dal 27% del 2012 al 39% nel 2013), continuano comunque a prevalere quelle episodiche (61%), legate cioè a episodi circoscritti nel tempo: il racconto della migrazione continua, come accennato, a seguire il flusso, i ritmi e le modalità tipiche della cronaca.
Allo stesso modo si conferma la tendenza che vede il migrante rappresentato come “passivo”, soprattutto in quelle notizie che esprimono una posizione di apertura nei confronti del tema immigrazione: il migrante, richiedente asilo o rifugiato è vittima passiva degli avvenimenti, è costretto in maniera passiva a una migrazione forzata, è beneficiario passivo di servizi e iniziative.
Le notizie su legislazione e amministrazione e quelle sui flussi migratori quasi monopolizzano la scena, rappresentando rispettivamente il 53% (22% nel 2012) e il 34% (25% nel 2012) delle notizie esaminate. Analizzando i contenuti delle notizie sulla legislazione si scopre, inoltre, che il 40% riguarda la regolazione dei movimenti migratori, mentre nel caso dell’amministrazione il 25% riguarda il centro di identificazione ed espulsione di Lampedusa. I movimenti di persone, dunque, sono protagonisti in modo trasversale all’interno delle due categorie più presenti.
Su questi dati pesa il naufragio avvenuto a largo di Lampedusa il 3 ottobre 2013 e gli sviluppi a esso legati (l’avvio del programma Mare Nostrum, il dibattito sulla legge Bossi-Fini, l’abolizione del reato di clandestinità). Un evento purtroppo non unico nel suo genere, ma che in modo unico finora è riuscito a catalizzare l’attenzione dei media rispetto a quanto avvenuto in passato. Basti pensare che nel mese in cui si è verificata la tragedia su 252 edizioni di quotidiani analizzate ben 181 (il 72%) riportano il naufragio e gli sviluppi a esso connessi in prima pagina. Oppure che nei talk show il 3 ottobre 2013 porta a far prevalere la dimensione del dolore e dell’empatia a un livello tale da attutire la polarizzazione del dibattito politico in onda, elemento inconsueto nel panorama italiano.
Continua a essere assente, tuttavia, sia sulla carta che in video, l’approfondimento: solo raramente è offerta una chiave di lettura in grado di fornire a chi legge o ascolta informazioni utili per la comprensione del fenomeno, la narrazione resta ancorata alla cronaca.
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