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Respingimenti in Turchia. Centro Astalli: violazioni gravissime

Tra i respinti pakistani, afgani e due siriani. Padre Camillo Ripamonti: «Oggi si calpestano 60 anni di lavoro sui diritti umani»

Sono 202 le persone fatte imbarcare stamattina dalle isole greche di Lesbo e Kios e dirette in Turchia, nell’ambito dell’accordo stretto con essa dall’Unione europea il 18 marzo per limitare gli arrivi di migranti in Europa. Un numero che è destinato ad aumentare rapidamente: secondo l’agenzia greca Ana nelle prossime 72 ore dovrebbero essere respinte 750 persone.
 
«Assistiamo al primo atto di una serie di violazioni gravissime ai danni dei migranti – commenta padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, chiedendo l’immediata sospensione dei respingimenti – L’Unione europea continua a non rispondere alla domanda principale: come è possibile oggi arrivare a chiedere asilo in Europa senza affidarsi ai trafficanti? Il traffico di esseri umani non si combatte colpendo le vittime».

Attivare corridoi umanitari, per l’ingresso sicuro e legale di chi fugge da conflitti e persecuzioni creando vie alternative al traffico di esseri umani, è per il Centro Astalli, come per numerose altre organizzazioni, l’unica soluzione praticabile: «Oggi si calpestano 60 anni di lavoro sui diritti umani», conclude Ripamonti.

Nella foto in alto un rifugiato afgano arrivato a Lesbo viene aiutato dai volontari.

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