L’Asgi e l’Associazione svizzera FIRDAUS denunciano i respingimenti di cittadini stranieri effettuati negli ultimi mesi alla frontiera di Chiasso: 7mila respinti, almeno 600 sono minori non accompagnati
Nel rapporto presentato da Asgi (Associazione studi giuridici sull’immigrazione) durante l’incontro tenutosi a Chiasso risulta che, tra luglio e agosto 2016, molti migranti sono stati fermati alla frontiera di Chiasso e respinti in Italia: quasi 7.000 i respingimenti effettuati, tra cui almeno 600 hanno riguardato minori non accompagnati.
La maggior parte di questi migranti provengono dall’Eritrea, dalla Somali, dal Sudan o da altri Stati per i quali esistono i presupposti per il riconoscimento della protezione internazionale o almeno di una protezione umanitaria.
In base alle informazioni raccolte, risulta inoltre che molte delle persone respinte avrebbero diritto, una volta presentata domanda di asilo, ad essere ricongiunte ai familiari che si trovano in Svizzera o in altri Stati europei, ai sensi del Regolamento Dublino III, o di chiedere la relocation. Pochissimi di essi, tuttavia, hanno presentato domanda d’asilo in Italia, in parte per mancanza di informazione, in parte per sfiducia, in quanto i trasferimenti finora effettuati attraverso la relocation e i ricongiungimenti Dublino sono stati assai lenti e numericamente ridotti.
Sulla base delle testimonianze raccolte, risulterebbero dunque violati il diritto all’informazione e il diritto di accedere alla procedura per la domanda di protezione internazionale garantiti dalla normativa internazionale, europea e interna tanto della Svizzera quanto dell’Italia.
Tra le altre valutazioni, secondo il rapporto, i respingimenti di gruppi di migranti, tra cui anche minori non accompagnati e persone con disabilità, senza che risulti esservi stata una valutazione su base individuale, possono essere considerati “espulsioni collettive”, vietate dalla normativa europea e internazionale.
In attesa di ritentare l’attraversamento della frontiera, circa 500 migranti si sono accampati nei pressi della stazione di Como. Tra di essi, anche molti minori non accompagnati. Una parte delle persone respinte sono invece state trasferite da Chiasso all’hotspot di Taranto. Nel parco davanti alla stazione di Como si trovano circa 400-500 migranti. La maggior parte è di origine eritrea ed etiope, cui si aggiungono alcuni gruppi meno numerosi provenienti da Somalia, Sudan, Afghanistan e dall’Africa dell’Ovest. Tra i migranti presenti, molti sono minori stranieri non accompagnati, prevalentemente maschi ma con una presenza significativa anche di femmine.
Nella prima parte del presente rapporto vengono riportate le informazioni raccolte in merito alle condizioni dei migranti presenti a Como e alle misure adottate dalle autorità italiane e svizzere, mentre nella seconda parte vengono analizzate le principali violazioni della normativa riscontrate, con riferimento alle norme internazionali (in particolare la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo), europee (Codice Frontiere Schengen, Regolamento Dublino III, Regolamento EURODAC ecc.) e nazionali, sia italiane che svizzere.
L’Asgi ha raccolto inoltre diverse testimonianze, come quella di Mussie
Mussie è un minore non accompagnato eritreo, di 16 anni. Ha un fratello residente in Svizzera, titolare dello status di rifugiato. Nel tentativo di ricongiungersi al fratello, Mussie cerca di entrare in Svizzera attraverso il valico di Chiasso, ma viene respinto per tre volte. Il fratello maggiore decide allora di andare a prendere Mussie, nella speranza di riuscire a entrare insieme in Svizzera attraverso un altro valico. Ma le autorità svizzere respingono nuovamente il minore. Le autorità italiane lo fanno salire, da solo, su un treno diretto a Milano, da dove Mussie decide di tornare a Chiasso. Si reca nuovamente alla frontiera, mostrando la dichiarazione di voler presentare domanda di protezione internazionale e la dichiarazione del fratello, con il riferimento telefonico, ma viene respinto per la quinta volta
In generale, queste persone vengono respinte dalle autorità svizzere in Italia, in applicazione dell’Accordo bilaterale tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio federale svizzero sulla riammissione delle persone in situazione irregolare, firmato a Roma il 10 settembre 1998, che prevede anche una procedura semplificata per la riammissione dello straniero rintracciato nella zona di frontiera. Tale Accordo viene applicato anche ai minori non accompagnati, senza alcuna tutela specifica rispetto agli adulti.
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