Sono fuggito dal mio paese a 17 anni per evitare la coscrizione a vita. Nel mio viaggio ho subito la violenza e la prigionia, ho rischiato di morire, sono stato respinto al primo tentativo di attraversare il Mediterraneo, ma alla fine sono riuscito a raggiungere l’Italia. Con il Comitato 3 Ottobre mi batto per ottenere l’istituzione di una Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, da celebrare simbolicamente ogni 3 ottobre a livello nazionale ed internazionale. L’obiettivo è restituire dignità ai migranti che hanno perso la vita, ma anche onorare le persone che hanno rischiato la propria vita per soccorrerli e creare un momento di riflessione condivisa che permetta una reale cultura dell’accoglienza. La prima cosa che penso quando apprendo di un nuovo naufragio è che ho avuto la fortuna di vivere un’altra vita. Allo stesso tempo mi assale una profonda tristezza nel vedere queste persone che continuano a morire per cercare di mettersi in salvo. Ho deciso di abbandonare la mia patria, l’Eritrea, perché non avevo scelta: parliamo di un Paese dove c’è una dittatura feroce da tanti anni. Allo stesso modo tutte quelle persone che vediamo fuggire e arrivare in Italia a bordo di un barcone di fortuna lo fanno perché sono disperati, perché non hanno alternative. Non smetteranno di continuare a partire, neanche la paura della morte potrà mai fermarli.
Sono fuggito dal mio paese a 17 anni per evitare la coscrizione a vita. Nel mio viaggio ho subito la violenza e la prigionia, ho rischiato di morire, sono stato respinto al primo tentativo di attraversare il Mediterraneo, ma alla fine sono riuscito a raggiungere l’Italia. Con il Comitato 3 Ottobre mi batto per ottenere l’istituzione di una Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, da celebrare simbolicamente ogni 3 ottobre a livello nazionale ed internazionale. L’obiettivo è restituire dignità ai migranti che hanno perso la vita, ma anche onorare le persone che hanno rischiato la propria vita per soccorrerli e creare un momento di riflessione condivisa che permetta una reale cultura dell’accoglienza.
La prima cosa che penso quando apprendo di un nuovo naufragio è che ho avuto la fortuna di vivere un’altra vita. Allo stesso tempo mi assale una profonda tristezza nel vedere queste persone che continuano a morire per cercare di mettersi in salvo. Ho deciso di abbandonare la mia patria, l’Eritrea, perché non avevo scelta: parliamo di un Paese dove c’è una dittatura feroce da tanti anni. Allo stesso modo tutte quelle persone che vediamo fuggire e arrivare in Italia a bordo di un barcone di fortuna lo fanno perché sono disperati, perché non hanno alternative. Non smetteranno di continuare a partire, neanche la paura della morte potrà mai fermarli.
Tareke Brhane, presidente del Comitato 3 ottobre, poco dopo il naufragio avvenuto nella notte a cavallo tra il 18 e il 19 aprile che ha causato la morte di centinaia di richiedenti asilo, lanciava con queste parole su change.org un appello per «l’avvio urgente di attività di ricerca e di soccorso in mare su ampia scala e l’apertura di vie legali per garantire un accesso sicuro all’Europa a chi fugge da conflitti e persecuzioni. Per evitare che un viaggio di speranza si trasformi in un viaggio di morte».
L’appello #RestartTheRescue, rivolto al presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker e al primo ministro italiano Matteo Renzi, ha raccolto già oltre 380mila firme dalla sua pubblicazione. L’obiettivo è quello di portare ancora una volta la petizione a Bruxelles, facendo pressione affinché vengano prese misure adeguate a fronteggiare la crisi umanitaria in corso nel Mediterraneo. Più saranno le voci rappresentate dal Comitato 3 ottobre, maggiori saranno le possibilità che alle richieste avanzate sia data una degna risposta; per questo la petizione è ancora online e chiede ai cittadini un ulteriore sforzo per far crescere i firmatari.
I motivi per sottoscrivere la petizione possono essere tanti, spicca, tra quelli pubblicati, quello di Erri De Luca poche parole dense di significato: «perché appartengo alla civiltà del Mediterraneo».
Per la petizione cliccare qui.
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