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I richiedenti asilo si raccontano attraverso le illustrazioni di un libro

Il progetto editoriale, che raccoglie disegni su fiabe e canzoni dall’Africa, è nato durante le lezioni di italiano in un centro di accoglienza alle porte di Roma

 

Sono sette richiedenti asilo gli autori del libro “Aiwa la nostra Africa”, uno strumento attraverso il quale hanno avuto l’opportunità di raccontare all’Italia qualcosa della cultura dei propri paesi d’origine. A guidarli in questo percorso la loro “maestra”, come si definisce Daniela Morandini, curatrice del progetto editoriale: tutto nasce, infatti, durante le elezioni di italiano che Morandini conduce nel centro di accoglienza di Casale San Nicola.

La struttura nella primavera 2015 era stata al centro di accese polemiche: i residenti della zona avevano protestato duramente contro la sua apertura, facendo giungere il caso fino a quotidiani e telegiornali nazionali. Le proteste organizzate sono presto cessate e la vita nel centro, riuscito a entrare in funzione, è andata avanti. Per qualche tempo è stato anche la “casa” dei giovani autori del libro: hanno al massimo 25 anni e provengono da Gambia, Senegal, Mali, Eritrea, Somalia.

«Sono stati i ragazzi a scegliere cosa condividere delle proprie culture, che fossero favole, canzoni e miti, in questo modo hanno trovato una strada anche per raccontarsi» racconta Morandini, con la quale i richiedenti asilo autori del libro hanno un rapporto molto stresso: «I ragazzi che hanno fatto i disegni del libro non sono più ospiti del centro di accoglienza di Casale San Nicola a Roma – chiarisce la Morandini – tuttavia continuano a mandarmi disegni e compiti che io correggo e rimando così da aiutarli nel loro percorso formativo».

Raccontarsi in prima persona per superare gli stereotipi

Tra le ragioni di questo lavoro vi è la volontà di scardinare l’idea negativa tout court del richiedente asilo: «Non sono certo derelitti bensì delle persone portatrici di cultura e professionalità –  sottolinea la Morandini – e hanno con sé un bagaglio culturale spesso poco conosciuto», spiega l’educatrice. Il titolo scelto riassume l’idea alla base del progetto: Aiwa in arabo significa “andiamo avanti” ed è l’esortazione di questo percorso culturale che viaggia sui colori e sulle parole.

«Tra le storie raccontate vi sono molte leggende che invitano alla prudenza – racconta Morandini – che hanno per protagonisti gli animali, alcuni dei quali ricorrenti anche nelle nostre storie, come la tartaruga e la lepre. Il comune denominatore resta sempre l’invito alla calma», emblematico.

Il libro è stato autoprodotto nella collana Millelire per sempre, Le Strade Bianche di Stampa Alternativa. I ricavi andranno interamente agli autori dei disegni. «Dopo l’uscita cercheremo di realizzare incontri per presentare il libro, lo faranno naturalmente i ragazzi stessi, per i quali mi auguro che questo libro diventi un biglietto da visita che possa aiutarli a scardinare i pregiudizi nei loro confronti».

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