Nel 2017 le richieste di asilo negli Stati membri dell’Unione Europea, Norvegia e Svizzera sono calate del 43% rispetto al 2016, scendendo a quota 706.913 in tutto, secondo i dati diffusi dall’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (Easo). Dopo il record di arrivi nel 2015, è il secondo anno consecutivo in cui si registra tale calo.
Il numero totale di domande presentate nel 2017 rimane però leggermente più alto di quello registrato nel 2014, indicando un afflusso comunque molto significativo.
Non si sono visti picchi particolarmente alti durante l’estate, a differenza degli ultimi tre anni. Il numero mensile di domande è variato da un minimo di 49.042 a dicembre, ad un massimo di 66.443 a marzo.
Il 40% delle richieste di asilo presentate ha avuto un esito positivo, ovvero ha visto concedere lo status di rifugiato o la protezione sussidiaria al richiedente.
Circa l’8% delle domande è stato presentato da persone che avevano già fatto richiesta nello stesso Paese in precedenza, mentre almeno il 3,5% del totale riguardava minori non accompagnati.
Con 98.000 richieste di asilo presentate nel 2017, il doppio rispetto a qualsiasi altra cittadinanza, la Siria rimane il Paese di origine più comune per il quinto anno consecutivo. I cittadini iracheni, afghani e nigeriani hanno invece presentato ciascuno più di 40.000 domande in tutto l’anno. Un terzo delle richieste ricevute dall’Unione europea, Svizzera e Norvegia provenivano di fatto da cittadini di questi quattro Paesi, seguiti poi da Pakistan, Eritrea, Albania, Bangladesh, Guinea e Iran.
Secondo quanto riportato da Redattore Sociale, il commissario per la Migrazione, gli affari interni e la cittadinanza Dimitris Avramopoulos ha dichiarato: «Il calo significativo delle domande di asilo nel 2017 riflette il calo generale del numero di arrivi nell’Ue. Incominciamo a vedere i frutti dello sforzo collettivo compiuto dall’Unione europea in questi anni per gestire meglio la migrazione e proteggere le nostre frontiere. L’Ue resterà il continente della solidarietà, dell’apertura e della tolleranza, ma dobbiamo rendere le cose più fattibili e dobbiamo farlo insieme. I dati di oggi dimostrano che siamo sulla buona strada».
Il rapporto completo dell’Easo è disponibile qui.
Piera Francesca Mastantuono
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