Raccontare cosa accade ai confini europei può essere pericoloso. La European Federation of Journalists (EFJ) ha denunciato l’attacco subito da sei giornalisti, picchiati mercoledì dalla polizia di frontiera ungherese, al confine tra Ungheria e Serbia.
Secondo quanto riportato dalle testate locali, un fotografo australiano (Warren Richardson), un reporter polacco (Jacek Tacik) e un giornalista slovacco sono stati picchiati e arrestati con l’accusa di aver attraversato la frontiera ungaro-serba in modo illegale. I tre stavano lavorando nel villaggio serbo di Horgoš e hanno seguito l’ingresso di un gruppo di rifugiati in Ungheria.
Jovana Durovic, giornalista serba. La mano sinistra è stata ferita durante l’attacco della polizia.
Lo stesso giorno la polizia ungherese avrebbe percosso anche i membri di una troupe della radio-televisione serba (Rts). Secondo la direzione di Rts la giornalista Jovana Durovic, il cameraman Vladan Hadzi Mijailovic e il fonico Miroslav Durasinovic sono stati colpiti dagli agenti con i manganelli, anche loro alla frontiera di Horgoš. L’emittente radio-televisiva serba ha scritto al governo ungherese chiedendo che gli agenti di polizia coinvolti vengano puniti.
«È incomprensibile vedere uno stato dell’Unione europea come l’Ungheria violare costantemente la libertà di stampa e i diritti umani. La Commissione europea e le istituzioni internazionali devono intervenire contro queste gravi violazioni – ha commentato Mogens Blicher Bjerregaard, presidente della European Federation of Journalists – È un prerequisito per gli Stati membri dell’Unione quello di rispettare la Carta dei diritti fondamentali, che detta standard anche in materia di libertà di stampa ed espressione».
«Le autorità devono rilasciare immediatamente i giornalisti e assicurare libero accesso alla stampa affinché possa narrare la crisi in corso – ha aggiunto Blicher Bjerregaard – È importante che i giornalisti siano lì per riportare ogni violazione dei diritti umani dei rifugiati».
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