I protagonisti del progetto francese sono stati per quattro giorni in Sicilia, tra Catania e il Cara di Mineo, e tra fotografie e incontri ecco cosa hanno raccontato
Di Piera F. Mastantuono
Dal 28 febbraio al 4 marzo la Sicilia è stata lo scenario dell’incontro tra l’Associazione Carta di Roma e la Fédération des Œuvres Laïque de la Nièvre, Ligue de l’Enseignement, arrivata sull’isola per scoprire e raccontare l’accoglienza di migranti e rifugiati in Italia.
Con Associazione Carta di Roma abbiamo fatto così da ponte per Odyssée des migrants, un progetto francese nato sulle sponde della Loira, a Nièvre, per viaggiare poi verso Calais, in Francia, e a Eleonas, in Grecia. L’obiettivo è ripercorrere le strade dei migranti allo scopo di comprendere le ragioni stesse del viaggio. «In fondo se fossi stato nelle loro condizioni probabilmente avrei fatto la stessa scelta», a dirlo è Alexis, uno dei cinque giovani tra i 19 e i 22 anni coinvolti nella tappa siciliana del progetto, gli altri sono Melody, Malakeh, Fadi e Maher, gli ultimi tre arrivati dalla Siria appena un anno fa. Sono i piccoli del progetto, ad accompagnarli ci sono Nadia Rahabi, Nora Hamadi e Genevieve Garrigos, rispettivamente la coordinatrice del progetto Odysses, la giornalista del Public Senat e la presidente uscente di Amnesty International Francia.
Le giornate in Sicilia si sono susseguite rapide e serrate, le mattine sono state dedicate all’incontro con i richiedenti asilo del Cara di Mineo, per i quali i giovani del progetto hanno organizzato dei laboratori di sport, disegno e canto. Il filo rosso è stato il racconto di sé, attraverso i colori, le note e il calcio. La gran parte dei giovani coinvolti all’interno del Cara di Mineo erano francofoni e perciò l’ostacolo linguistico è stato facilmente superato e in tre giorni sono state 75 le persone coinvolte nei laboratori. I giovani francesi hanno inoltre avuto modo di visitare il Cara nella sua interezza, dal punto mamma alla mensa, e hanno incontrato il direttore Maccarrone, la vicedirettrice Ivana Galanti, e gli operatori Vito Amendola e Pippo Tasca, che ci hanno guidati nel Cara più grande d’Europa con i suoi circa 3000 ospiti, affiancandoci nelle attività.
Pomeriggi intensi al gruppo 72 di Amnesty Catania
I pomeriggi sono stati dedicati alla formazione dei giovani stessi. La sede del gruppo 72 di Amnesty International Sicilia è diventata così sede dell’incontro con Gueye Mbaye, Mohammed e Kappa della Comunità di S.Egidio, che hanno raccontato la semplice bellezza del potersi incontrare tra culture diverse e dell’aver scoperto nella Comunità la possibilità di farsi conoscere per quello che sono, persone e non numeri di “arrivi”. Nella seconda parte del pomeriggio formativo Mbaye ha approfondito il tema dell’accoglienza raccontando l’esperienza dei corridoi umanitari «perché un’alternativa agli sbarchi esiste». Sullo stesso tema è intervenuto poi Marco Rotunno, referente Unhcr, che, attraverso il quiz realizzato da Carta di Roma e Unhcr, ha mostrato quanto possa essere falsata la percezione del fenomeno migratorio. Ad esempio, i ragazzi erano convinti che le morti nel Mediterraneo del 2016 fossero appena 2000 o poco più, sentendo dire «5096» da Marco sono rimasti senza parole. Il secondo pomeriggio è stato invece dedicato all’approfondimento dell’hate speech e ne abbiamo parlato con Giusi Squillaci di Amnesty International Sicilia. Capire cosa sia il discorso d’odio, come riconoscerlo e come contrastarlo sono stati i temi affrontanti durante l’incontro. Alla fine, la soddisfazione dei ragazzi è stata soprattutto quella riassunta da Fadi come «l’aver finalmente capito cosa sia l’hate speech, poiché temiamo che quest’anno con le presidenziali francesi avrà molto spazio».