La guerra civile in Siria c’è da sei anni, e la retorica sul conflitto tende spesso ad essere fuorviante. Secondo alcuni dei dati raccolti nel 2016 il 46% delle persone che arrivano via mare sono partite proprio dalla Siria.
Su The World Post Oula A. Alrifai e Melody LeBeau evidenziano come:
Questo dialogo ostile e dispreggiativo intorno ai rifugati siriani, negli Stati Uniti, e che di fatto domina il discorso intorno alla popolzione siriana, deve cambiare. Uno dei posti migliori dove iniziare è in classe con programmi come I Am Syria
IAmSyria.org è campagna di comunicazione no-profit che intende diffondere la conoscenza del conflitto in atto in Siria. Il progetto nasce dalla consapevolezza dell’urgenza di una narrazione diversa del conflitto, che non alimenti lo stereotipo e i pregiudizio.
Le sezioni che compongono il sito sono molteplici e puntano alla diffusione di una conoscenza dei dettagli del conflitto siriano: le ragioni, le persone, le conseguenze. L’importanza della trasmissione didattica è evidenziata dalla sezione dedicata ai materiali per insegnanti ed educatori, dov’è possibile consultare materiale pensato per realizzare lezioni stimolanti che incuriosiscano gli studenti e forniscano loro una visione differente dei rifugiati, diversa rispetto alla narrativa dominante sui media. Ad oggi sono diverse centinai i download per il materiale disponibile su I Am Syria, un traguardo da incrementare.
Stragi di civili ed armi chimiche non sono purtroppo bastati a far cambiare l narrativa mediatica sul conflitto siriano. Anche da qui parte la necessità di un cambiamento mediatico. Jordan Hattar, co-fondatore del progetto e direttore di Help4Refugees evidenzia inoltre che:
I Am Syria è fatto per conoscere il conflitto siriano […] Ho anche constatato come il progetto metta in relazione chi vuole aiutare con chi ha bisogno di aiuto
Una virtuosa pratica che intende porre delle solide basi di conoscenza, per restituire una narrativa diversa ed aderente alla realtà.
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