Schieratevi al fianco di chi è in mare per salvare la vita di donne, uomini e bambini: è questo il messaggio lanciato da Arci, Caritas Italiana, Acli, Asgi e Amnesty International, in occasione del Festival Sabir, giunto quest’anno alla sua terza edizione.
Di seguito il testo dell’appello:
In assenza di percorsi sicuri e legali verso l’Europa, negli ultimi anni centinaia di migliaia di migranti e rifugiati hanno attraversato il Mediterraneo in modo illegale e mettendo in pericolo le loro vite. Invece di creare un sistema ordinato che mettesse a disposizione percorsi sicuri per queste persone e di promuovere il rispetto e la protezione dei diritti umani nei paesi in cui dominano conflitti, persecuzioni e povertà, i leader europei si sono sempre più concentrati sul blocco delle frontiere e sui negoziati con governi che violano i diritti umani, allo scopo di impedire le partenze e lasciando ricadere l’onere improrogabile di salvare vite umane sempre più sulle associazioni umanitarie. In Italia, la campagna di diffamazione contro le ong che stanno svolgendo, dopo la chiusura del programma Mare Nostrum, attività di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo centrale, ha travolto tutte le organizzazioni che svolgono iniziative di solidarietà e tutela dei diritti umani. Invece di dare priorità alle attività di ricerca e soccorso per prevenire la morte di migliaia di uomini, donne e bambini che continuano a partire dalla Libia, abbiamo assistito a una vera e propria campagna denigratoria, passando da accuse di ingenuo “buonismo”, a quelle di complicità con i trafficanti e di lucrare sulle attività di solidarietà e in particolare sull’accoglienza. Salvare vite umane, accogliere chi arriva sulle nostre coste in cerca di sicurezza, garantire protezione a chi fugge da situazioni disperate si sono trasformate in attività sospette, da indagare e perseguire sulla base di affermazioni diffuse ampiamente ancor prima di essere suffragate da prove. A essere messo sotto attacco è lo stesso concetto di solidarietà, che da motivo di orgoglio è diventato oggetto di sospetto. Se dunque non possiamo non concordare con controlli di legalità e indagini serie, ove vengano portati avanti assicurando i principi costituzionali, non possiamo esimerci dal biasimare con forza la strumentalizzazione degli stessi. Con questo appello chiediamo a tutte le persone e le organizzazioni che credono nella solidarietà e nei diritti, di schierarsi, come noi abbiamo scelto di fare con convinzione, a fianco di chi salva le vite umane, di chi svolge attività di solidarietà, di chi si batte per affermare i diritti umani per tutti.
In assenza di percorsi sicuri e legali verso l’Europa, negli ultimi anni centinaia di migliaia di migranti e rifugiati hanno attraversato il Mediterraneo in modo illegale e mettendo in pericolo le loro vite.
Invece di creare un sistema ordinato che mettesse a disposizione percorsi sicuri per queste persone e di promuovere il rispetto e la protezione dei diritti umani nei paesi in cui dominano conflitti, persecuzioni e povertà, i leader europei si sono sempre più concentrati sul blocco delle frontiere e sui negoziati con governi che violano i diritti umani, allo scopo di impedire le partenze e lasciando ricadere l’onere improrogabile di salvare vite umane sempre più sulle associazioni umanitarie.
In Italia, la campagna di diffamazione contro le ong che stanno svolgendo, dopo la chiusura del programma Mare Nostrum, attività di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo centrale, ha travolto tutte le organizzazioni che svolgono iniziative di solidarietà e tutela dei diritti umani.
Invece di dare priorità alle attività di ricerca e soccorso per prevenire la morte di migliaia di uomini, donne e bambini che continuano a partire dalla Libia, abbiamo assistito a una vera e propria campagna denigratoria, passando da accuse di ingenuo “buonismo”, a quelle di complicità con i trafficanti e di lucrare sulle attività di solidarietà e in particolare sull’accoglienza.
Salvare vite umane, accogliere chi arriva sulle nostre coste in cerca di sicurezza, garantire protezione a chi fugge da situazioni disperate si sono trasformate in attività sospette, da indagare e perseguire sulla base di affermazioni diffuse ampiamente ancor prima di essere suffragate da prove. A essere messo sotto attacco è lo stesso concetto di solidarietà, che da motivo di orgoglio è diventato oggetto di sospetto.
Se dunque non possiamo non concordare con controlli di legalità e indagini serie, ove vengano portati avanti assicurando i principi costituzionali, non possiamo esimerci dal biasimare con forza la strumentalizzazione degli stessi.
Con questo appello chiediamo a tutte le persone e le organizzazioni che credono nella solidarietà e nei diritti, di schierarsi, come noi abbiamo scelto di fare con convinzione, a fianco di chi salva le vite umane, di chi svolge attività di solidarietà, di chi si batte per affermare i diritti umani per tutti.
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