Comunicato stampa a cura di Centro Astalli
Il Rapporto, oltre a contenere un resoconto di un anno di attività del Centro Astalli, vuole essere uno strumento per capire quali sono le principali nazionalità dei rifugiati che giungono in Italia per chiedere asilo; quali le principali difficoltà che incontrano nel percorso per il riconoscimento della protezione e per l’accesso all’accoglienza o a percorsi di integrazione. Attraverso testimonianze e approfondimenti si cerca di far emergere i principali nodi sulle migrazioni forzate in Italia: vie d’accesso, vulnerabilità, inclusione sociale.
Attraverso i tre verbi che costituiscono la mission del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati, Accompagnare, Servire, Difendere i diritti dei rifugiati, raccontiamo la strada fatta in un anno con 18mila migranti forzati, di cui 10mila a Roma.
Il 2022 è stato l’anno in cui le sirene della guerra sono tornate inaspettate a farsi sentire forte alle porte dell’Europa. È stato l’anno in cui gli Stati dell’Unione hanno accolto oltre 4,4 milioni di profughi in fuga dagli orrori dell’Ucraina e sembravano aver mosso dei passi sulla via della consapevolezza che le migrazioni sono un fenomeno globale e complesso che richiede uno sforzo di coesione. Una consapevolezza che invece non si è dimostrata altrettanto matura di fronte ad altre tragedie e ad altri migranti.
È stato l’anno in cui si è continuato a distogliere lo sguardo da quanto accade nel Mediterraneo, dove in assenza di canali di ingresso legali e sicuri continuano a morire migliaia di persone.E mentre l’Europa appare smarrita e ripiegata su se stessa, perdendo così di vista ancora una volta i propri valori fondanti, in Italia non si smette di gridare all’emergenza per 105.129 migranti, di cui 13.386 minori non accompagnati, arrivati via mare nel 2022.Mentre 170mila cittadini ucraini sono giunti in Italia nel corso dell’anno: la maggior parte ospitata da connazionali già residenti nel Paese, e solo un 20% in strutture d’accoglienza pubblica, fugando così un’iniziale apprensione per l’impatto che la guerra avrebbe avuto sul sistema nazionale.
È stato l’anno in cui la mancanza, spesso cronica, di posti nell’accoglienza istituzionale è emersa in tutta la sua criticità: molte le persone provenienti dalla rotta balcanica, che si trovano a dormire all’addiaccio o in ricoveri di fortuna pur avendo fatto domanda di asilo in Italia.È stato l’anno in cui è emersa in tutta la sua criticità e urgenza la mancanza di opportunità abitative autonome per i rifugiati oltre l’accoglienza istituzionale.È stato l’anno in cui si è registrato un aumento del numero delle vulnerabilità fisiche, sanitarie e psicologiche di cui le persone sono portatrici, cui corrispondono difficoltà maggiori nel vedersi garantiti diritti basilari e l’accesso alla protezione. Alcuni degli ostacoli più incomprensibili e inattesi che i rifugiati incontrano in Italia sono infatti proprio quelli burocratici: dalle file interminabili fuori dalle Questure per presentare richiesta di asilo, al rischio di marginalizzazione e di poter accedere ad alcuni diritti causato dal digital divide.
Il Rapporto annuale 2023 descrive il Centro Astalli in Italia come una realtà che, grazie agli oltre 700 volontari, risponde ai mutamenti sociali e legislativi di un Paese che stenta a dare la dovuta assistenza a chi, in fuga da guerre e persecuzioni, cerca protezione.
Per consultare il rapporto 2023 clicca qui
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