All’Italia manca la riforma sulla legge di cittadinanza e l’organizzazione di un Piano nazionale contro il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza
«La tutela e l’effettività dei diritti umani non è questione esotica che riguardi solo lande lontane, popoli oppressi e regimi totalitari» sottolinea Luigi Manconi, nella prefazione del Rapporto sullo stato dei diritti in Italia, online dal 10 novembre, a cura dell’associazione A buon diritto e giunto quest’anno al suo quarto aggiornamento, ha anche aggiunto « al contrario, è problema che ci riguarda direttamente. Ed è bene, di conseguenza, partire da noi, prima di andare in giro per il mondo a predicare, di quei diritti, il valore e l’urgenza ». Lo stesso Manconi recentemente si è anche pronunciato sulla questione dello ius soli definendo la riforma della legge della cittadinanza come acquisizione di civiltà fondamentale. E proprio questo tema emerge come esigenza fondamentale anche nel rapporto nella parte riguardante i cittadini stranieri e l’integrazione.
Il Rapporto è un aggiornamento costante sul tema dei diritti in Italia ed è frutto del lavoro di monitoraggio continuativo che l’associazione A buon diritto ha a avviato a partire da ottobre 2014.
Per l’integrazione dei cittadini stranieri una legge sulla cittadinanza è la priorità
In particolare facendo il punto sulla situazione dell’integrazione dei cittadini stranieri il rapporto parte dai dati Istat che vedono una presenza di 5 milioni di cittadini stranieri regolarmente residenti in Italia al 31 dicembre 2015, pari all’8,3 % del totale dei residenti. Un dato importante che indica una presenza strutturale. In questo contesto e visti i numeri in relazione alle presenze, dal rapporto emerge che una legge sulla cittadinanza che rispecchi maggiormente le trasformazioni avvenute in questi ultimi 25 anni, rappresenta una priorità per il presente e per il futuro del Paese, sebbene non vada sottovalutato il persistere di discriminazioni anche nei confronti di cittadini italiani a causa del loro colore della pelle e/o della loro origine straniera. Stando ai dati dell’UNAR, nel 2016, oltre il 27% delle vittime di episodi di discriminazioni a matrice etnico-razziale avevano la cittadinanza italiana. Proprio per questo, il 7 agosto 2015, con un D.M. del ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, è stato approvato il Piano d’azione nazionale contro il razzismo, la xenofobia e l’intolleranza, con la durata di tre annualità. Ad oggi però non ci sono indicazioni sull’avvio.
Il Rapporto rimane un aggiornamento costante sui diritti ad ampio raggio
In linea generale il Rapporto è uno strumento di informazione e sensibilizzazione per promuovere la cultura su questo tema. Rappresenta una mappa completa e articolata sui diritti nel Paese poiché affronta, con la divisione in 16 capitoli, tutti gli aspetti principali che riguardano la vita e la dignità delle persone. Dal tema della disabilità a quello del lavoro, dal diritto alla salute alla libertà femminile, dallo ius soli ai diritti delle persone omosessuali, dalla libertà religiosa al diritto allo studio e altri ancora. Su queste aree tematiche vengono realizzati gli aggiornamenti semestrali pubblicati sul portale web dell’associazione che illustrano approfonditamente lo stato della situazione e i principali aspetti critici e significativi.