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Su disabili e immigrati una “narrazione popolare” fatta di stereotipi

“Hai dei contatti di donne velate o danzatrici del ventre?” chiedono gli autori di una trasmissione tv a una giornalista figlia di immigrati marocchini. Lo racconta lei stessa. E  il collega camerunense,  conferma: ”Almeno a te non chiedono di portare i  tamburi ogni volta che vai in tv!” I giornalisti immigrati hanno da raccontare molte storielle così a proposito dei loro colleghi “a caccia di storie” (ma in realtà a caccia di stereotipi).

E non succede solo attorno al mondo dell’immigrazione. Nel numero di febbraio di Superabile, rivista mensile dedicata ai temi della disabilità edita dall’INAIL in partenariato con Redattore Sociale, il giornalista Franco Bomprezzi racconta con ironia e senza moralismi le richieste dei suoi colleghi in cerca di storie sui disabili.  Storie preconfezionate mentalmente, avverte Bomprezzi, dove le presunte o reali esigenze del format hanno il sopravvento sul racconto giornalistico e sul potenziale reale delle storie.  Un approccio che rischia di allontanare dalla verità e di restituire un quadro caricaturale di drammi personali e sociali.

superabile Bomprezzi febbraio 2014

Dall’articolo di Bomprezzi trae spunto anche il pezzo sul Blog Stracomunitari di Mohamed Malih

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