Domenica 18 maggio un incendio ha distrutto parzialmente un capannone nella zona del Macrolotto a Prato ed ha danneggiato altre 4 ditte adiacenti. L’allarme è scattato alle 10.30 di mattina e i vigili del fuoco hanno tratto in salvo un dipendente che, secondo quanto da lui riportato, era rientrato nel capannone in fiamme per recuperare dei documenti. L’edificio di proprietà di un cittadino italiano era stato affittato regolarmente ad un imprenditore di origine cinese.
La notizia però non poteva non essere collegata al tragico incendio del 1 dicembre 2013 quando in una fabbrica sempre del Macrolotto di Prato morirono 7 persone, operai di origine cinese.
Ma se era inevitabile e corretto richiamare alla memoria il tragico evento del dicembre scorso, lo stesso non si può dire quando parliamo di ricostruzione dei fatti realmente accaduti nell’ultimo incidente.
Alcune testate online e tv locali hanno immediatamente “gridato” all’ennesimo caso di illegalità, parlando di capannone-dormitorio, infarcendo i pezzi di commenti sui comportamenti omertosi dei cinesi e così via.
Ecco che l’uomo che è stato tratto in salvo dai vigili del fuoco per alcune testate “fugge ” per altre semplicemente “si allontana”.Sul sito di TV Prato si scrive “Incredibilmente il cinese non ha voluto farsi prestare soccorso ed è scappato. Non fornendo tra l’altro alla forze dell’ordine dettagli utili sull’eventuale presenza di altri connazionali nel capannone.”
Mentre nella puntuale cronaca di Prato del Tirreno “I due orientali non sono stati portati in ospedale dalle ambulanze inviate sul posto, ma hanno preferito raggiungere il Santo Stefano con mezzi propri. Le loro condizioni non sono gravi. In ospedale hanno trovato ad attenderli i carabinieri, che li hanno interrogati per ricostruire l’esatta dinamica dell’incendio”
Con un titolo a tutta pagina “Tutto come prima” anche il quotidiano La Nazione non ha dubbi sull’accaduto e parla di fuga in pigiama dell’operaio e di sparizione di tutti gli altri.
Il Tirreno di Prato risulta l’unico mezzo di informazione che ha seguito anche il giorno successivo le indagini e che ci fornisce la ricostruzione completa da parte dei vigili del fuoco e della procura. Riporta il Tirreno” Il magazzino era regolarmente provvisto di estintori, che l’operaio presente all’interno al momento dell’incendio non ha utilizzato, forse perché non ne ha avuto il tempo o perché preso dal panico. Secondo particolare: i vigili del fuoco non hanno trovato letti o altri elementi che potessero far ritenere che all’interno della ditta ci vivesse qualcuno. Insomma, nessun dormitorio.”
Nella ricostruzione dei fatti di cronaca il pre-giudizio, nel senso etimologico del termine, si è spesso rivelato un elemento di intralcio per il giornalista, aumentando il rischio di un’informazione inaffidabile. La nascita e le motivazioni che stanno alla base della Carta di Roma ci ricordano infatti che il pregiudizio xenofobo non è un ostacolo al giornalismo buono, o buonista, ma semplicemente al buon giornalismo.
http://www.notiziediprato.it/news/incendio-in-fabbrica-tessile-chiusa-via-del-molinuzzo