Il ministro dell’Interno risponde alla Camera all’interrogazione di “Per l’Italia” sulla dilatazione dei tempi necessari per ottenere la cittadinanza. “Sembra quasi che vengano ritardati volontariamente” dice Mario Sberna, deputato del gruppo centrista, a G2 Parlamenta, iniziativa delle Rete G2. “Ius sanguinis retaggio barbaro, siamo per lo ius soli tout court” afferma Sberna.
A cura di G2 Parlamenta – Rete G2 Seconde Generazioni
«Il rilascio della cittadinanza italiana in questi anni è stato reso più agevole grazie ad una serie di provvedimenti e lo sarà ancora di più in futuro». Così il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, parlando ieri al question time alla Camera e rispondendo all’interrogazione dei deputati di “Per l’Italia” Santerini, Marazziti, Gigli e Sberna. Il gruppo centrista ha chiesto chiarimenti al titolare del Viminale in merito all’eccessiva dilatazione dei tempi necessari per ottenere la cittadinanza italiana: dai 730 giorni previsti per legge si arriva infatti ad attese anche di cinque e sei anni. Per l’Italia ha chiesto al ministro quali iniziative intendesse prendere per velocizzare l’iter di ottenimento della cittadinanza. A difesa del suo ministero, Alfano ha parlato di «un esponenziale incremento delle istanze di naturalizzazione, raddoppiate nell’ultimo triennio», dell’impossibilità di assumere nuovo personale in tempo di crisi economica e, infine, di esigenze legate alla sicurezza, che impongono controlli molto articolati. Tra le iniziative prese per velocizzare l’iter, Alfano ha annunciato l’arrivo negli uffici centrali, da ottobre, di trenta unità, destinate ad occuparsi proprio delle istanze di concessione della cittadinanza. «Le criticità rimangono – ha ammesso Alfano – ma attraverso ulteriori disposizioni legislative e l’innovazione anche tecnologica dei processi amministrativi si cercherà di rendere ancora più spedito il percorso di concessione della cittadinanza». La risposta di Alfano ha lasciato qualche perplessità in Mario Sberna, uno dei deputati che ha presentato l’interrogazione: «In aula non ho voluto polemizzare perché non serve a nulla, ma in realtà abbiamo chiesto all’oste come era il vino e ci ha detto che il vino è buono” dice Sberna a G2 Parlamenta, iniziativa della Rete G2, nata per raccontare il dibattito attorno alla cittadinanza. «Capisco i problemi legati alla sicurezza, la mancanza di fondi – afferma Sberna – ma stiamo parlando di numeri non esorbitanti e di controlli su persone che sono nate in Italia o comunque sono stabilmente nel nostro territorio. Si tratta di una lunghezza burocratica vergognosa, sembra quasi che si ritardi volontariamente la concessione della cittadinanza» attacca il deputato centrista, che ha le idee molto chiare anche sull’attuale riforma della legge sulla cittadinanza: «Io sono per lo ius soli tout court, è naturale così. Questo retaggio barbaro dello ius sanguinis ha fatto il suo tempo. Poi se dobbiamo fare mediazioni facciamole, ma chi nasce in questo paese è un mio conterraneo – conclude Sberna a G2 Parlamenta – è un mio fratello non solo in senso cristiano, ma proprio in senso sociale, fa parte della mia stessa famiglia».
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