La confusione creata intorno a questi dati, tuttavia, va ben oltre il titolo. L’indagine Aci-Istat presa in esame è relativa al 2012 – questo è chiarito nel pezzo, ma è stata diffusa nel novembre 2013, quasi un anno fa. La ricerca in sé, dunque, e i dati in essa contenuti, non rappresentano affatto una notizia, poiché noti da un bel po’ di tempo (e anche perché la prossima ricerca, con i dati aggiornati al 2013, verrà presentata tra pochi giorni, a inizio novembre). Le statistiche relative alla nazionalità delle persone coinvolte, inoltre, non sono mai state pubblicate all’interno del testo integrale dell’indagine (disponibile sia sul sito Aci che su quello Istat); Aci-Istat non ha redatto alcuna “classifica” – come definita nel ritaglio sotto – su base etnica, alcuni dati, tuttavia, sono stati elaborati con lo scopo di promuovere l’iniziativa “3000 automobilisti stranieri ambasciatori di sicurezza stradale” e si trovano, infatti, solo nel materiale relativo a questa campagna.
Titolo fuorviante e dati non contestualizzati: ancora una volta è la nazionalità a far notizia
La nazionalità continua a essere il criterio preferito dal quotidiano Il Tempo, che si tratti della scelta delle notizie (qui in esempio risalente a pochi giorni fa) o del modo di esporle, la testata punta sulle origini dei protagonisti per attirare l’attenzione del lettore. E lo fa, a volte, anche a scapito della veridicità dei titoli.
Ne è un chiaro esempio ciò che troviamo oggi in rassegna:«Due incidenti ogni ora. Il record è dei romeni». Da queste parole si evince che a Roma il maggior numero di incidenti vede alla guida autisti di cittadinanza romena. Sbagliato. È lo stesso articolo ad affermare poche righe sotto che, secondo i dati Aci-Istat, tra le persone straniere coinvolte in incidenti stradali, il maggior numero è rappresentato da romeni. Si parla, inoltre, di guidatori coinvolti in sinistri stradali: ciò significa che il dato fornito include tutti gli incidenti con stranieri, anche quelli in cui la colpa non è loro attribuibile.
Il “record” è tutt’altro che assoluto, come invece il titolo lascia intendere e non riguarda affatto l’attribuzione della responsabilità dei sinistri.
Le cifre qui sopra, così evidenziate ma prive di contestualizzazione (o contestualizzate in modo sbagliato), possono essere male interpretate dal lettore, che non ha la possibilità di distinguere tra dati nazionali e locali.
13.943 sono gli incidenti con lesioni a persone, morti e feriti, avvenuti a Roma nel 2012.
186.726 sono gli incidenti con lesioni a persone, morti e feriti, avvenuti in Italia nel 2012; di questi, 90 al giorno hanno coinvolto persone straniere (meno del 18% del totale). Di questa fetta, gli incidenti che coinvolgono persone romene – e non “causati da romeni”, come si legge sotto al dato – rappresentano meno del 15% (ossia 4753). Sul totale dei sinistri avvenuti in Italia, invece, rappresentano il 2,5%; non è disponibile alcuna informazione circa la distribuzione sul territorio.
La segnalazione. Miruna Cajvaneanu, giornalista e presidente dell’associazione Europaeus, si è rivolta dunque al Tempo chiedendo la sostituzione del titolo almeno sulla versione online del quotidiano: «Non so chi sia responsabile di questo titolo, ma mi auguro che a posteriori egli si renda conto della carica allarmistica che queste parole, associate all’occhiello “Capitale nel sangue”, abbiano sull’opinione pubblica».
«Da giornalista, ma anche da persona civile – prosegue Cajvaneanu – non trovo nessuna scusa e farei di tutto per rimediare all’errore che, nel contesto attuale, già carico di tensioni sociali, non fa che aumentare il livello di ansia dell’opinione pubblica. Ansia e nervosismo che altro non sono, come purtroppo si è visto in più di un’occasione, che l’anticamera dell’intolleranza e che possono diventare terreno fertile per atti violenti. Perché le parole hanno un peso fondamentale». Nelle parole scritte al Tempo, inoltre, Miruna Cajvaneanu ricorda, a proposito della cifra sulla quale la testata ha calcato la mano, che «statisticamente parlando, è un dato logico, visto che i romeni costituiscono la più grande comunità di cittadini stranieri, con più di un milione di presenze».