Di Anna Spena su Vita
Era l’alba dello scorso 23 febbraio quando la polizia ha fatto irruzione nell’abitazione privata di Gian Andrea Franchi e Lorena Fornasir, sede dell’associazione Linea d’OmbraODV. Il motivo della perquisizione? La ricerca di prove per un’imputazione di favoreggiamento del soggiorno di migranti clandestini.Trieste è la città italiana dove fisicamente finisce la Rotta Balcanica. Lorena, 68 anni, psicoterapeuta, e suo marito Gian Andrea, 85 anni, professore di filosofia in pensione sono due attivisti che hanno messo in piedi un piccolo presidio medico all’esterno della Stazione di Trieste per offrire prima assistenza ai migranti che passano il confine con la Croazia ma che sul corpo portano i segni delle torture. Sono lì, “dove bisogna stare”, dicono, tutti i pomeriggi ad accogliere i ragazzi, con il “carrettino verde” della cura dove Lorena tiene le garze, i cerotti, il disinfettante, qualche medicina di base. Il carrettino è il simbolo del suo lavoro e degli altri volontari di Linea d’Ombra che sulle panchine di Piazza della Libertà, così come negli squat bosniaci, le strutture abbandonate dove vivono i migranti, medicano i piedi dei ragazzi.
Lo scorso febbraio Gian Andrea è entrato nel registro degli indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, l’hanno associato a un passeur, un “traghettatore” di uomini. Poi l’indagine a coinvolto anche Lorena Fornasir. Dopo nove mesi finalmente l’archiviazione delle accuse.
“In data 22-23 novembre 2021 il pubblico ministero e il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Bologna hanno convenuto di archiviare l’accusa fatta nei nostri confronti “non emergendo elementi che consentano la sostenibilità dibattimentale dell’accusa”, scrivono. “Questa archiviazione dimostra con chiarezza l’intenzione politica dell’indagine che ha portato alla nostra denuncia”, scrivono in una nota. “L’indagine, iniziata nel 2019, nasce per iniziativa del P. M. di Trieste, che vuole cogliere un legame intrinseco fra la cosiddetta cellula triestina di passeur o smuggler, noi due e, indirettamente, anche Linea d’Ombra.
Inizialmente l’indagine riguardava solo Gian Andrea. In un secondo tempo, coinvolge anche Lorena. Questo fatto ne produce lo spostamento presso il tribunale di Bologna dato che Lorena, giudice onorario presso il tribunale dei minori di Trieste, rientra nei ranghi della magistratura per la quale è competente appunto il tribunale bolognese.
Il procedimento giunge quindi nelle mani di un magistrato non interessato a un’intenzione politica punitiva nei confronti di chi agisce solidalmente con i migranti, il quale non ha difficolta a ravvisare il carattere artificioso della presunzione di collegamento fra Gian Andrea, Lorena e la cosiddetta cellula triestina e, ancor più, lo scopo di lucro. Chiede quindi l’archiviazione che il giudice per le indagini preliminari conferma.Il succo di questa vicenda sta appunto nel rendere ancora una volta evidente il carattere politico delle denunce nei confronti degli attivisti solidali con i migranti: così è caduta la denuncia contro Mediterranea e prima ancora quella contro Carola Rackete. Crediamo che cadrà anche quella di Andrea Costa di Baobab di Roma. Diverso è caso di Mimmo Lucano perché si tratta di un esempio pericoloso in quanto avrebbe potuto diffondersi presso altri piccoli comuni spopolati come esempio di rinascita sociale”.
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