Non migranti economici, ma rifugiati. A dirlo sono i dati Eurostat, i quali rilevano che i ventotto Stati membri dell’Unione hanno garantito protezione a 135.700 richiedenti asilo nel 2013, numero in crescita rispetto ai 116.200 del 2012.
Distribuzione e tipo di status. Nel 2013 il più alto numero di beneficiari di protezione internazionale è stato registrato in Svezia (26.400), seguita da Germania (26.100), Francia (16.200), Italia (14.500) e Regno Unito (13.400). Insieme questi cinque paesi comprendono oltre il 70% degli status di protezione assegnati.
Dei 135.700 beneficiari totali, 64.500 hanno ottenuto lo status di rifugiato (cifra che rappresenta il 47% delle decisione positive), 50.900 protezione sussidiaria (il 37% delle decisioni positive) e 20.400 l’autorizzazione a restare per ragioni umanitarie (il 15% delle decisioni positive). Se gli status di rifugiato e di protezione sussidiaria sono regolati dall’Unione europea, la protezione per ragioni umanitarie è definita, invece, dalle normative nazionali. Gli Stati membri dell’Unione, inoltre, hanno ricevuto 4.800 rifugiati per mezzo della resettlement policy, programma promosso da Unhcr il quale prevede, per i paesi ospitanti che partecipano, di consentire ai profughi che hanno trovato rifugio temporaneo in un Paese terzo, di essere riconosciuti come rifugiati e trasferiti nel loro territorio.
I paesi di origine. Un quarto delle persone che godono dei vari status di protezione è di origine siriana. Tre i più ampi gruppi di beneficiari: per primi coloro che arrivano dalla Siria (35.800, ossia il 26% del totale), seguiti da chi fugge dall’Afghanistan (16.400, il 12%) e dalla Somalia (9.700, il 7%). I siriani, il cui numero è quasi duplicato rispetto al 2012, rappresentano il gruppo che ha ottenuto il maggior numero di status di protezione internazionale nella metà dei paesi membri. Il 60% del totale è registrato in Svezia (12.000) e Germania (9.600). Mentre dei 16.400 afgani che hanno ottenuto protezione oltre tre quarti sono registrati in Germania (5.000), Austria e Svezia (in entrambi 2.300), Italia (1.600) e Belgio (1.500). I profughi somali, invece, in 2.800 casi hanno ottenuto protezione nei Paesi Bassi, in 1.700 in Svezia e in 1.600 in Italia.
Le decisioni. Oltre un terzo delle decisioni di prima istanza ha avuto esito nello stato di protezione internazionale. Su 326.600 decisioni di prima istanza, il 34% è stato positivo, garantendo protezione a 110.100 persone. Il maggior numero di riconoscimenti di protezione internazionale in prima istanza è stato registrato in Bulgaria (87%) e a Malta (84%), seguiti da Romania (64%), Italia e Paesi Bassi (entrambi 61%). Le decisioni definitive invece sono stata 135.000, di queste 24.600 positive (18%), la maggior parte delle quali in Bulgaria (93%), seguite da Italia (78%), Finlandia (77%), Romania (60%) e Paesi Bassi (57%).