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«Un corridoio per osare», il primo docu-story a otto anni dal primo protocollo dei corridoi umanitari

Dopo otto anni esatti dalla firma del primo protocollo dei Corridoi umanitari esce «Un corridoio per osare», il primo docu-story dell’Otto per Mille Valdese, realizzato da Vibes – Video Beckwith Studio

Manuela Vinay: «Un documentario per ripercorrere l’evoluzione di un progetto e le tante storie di persone, non numeri, e dare speranza e concretezza ad una possibile alternativa alle stragi in mare»

Marta Bernardini: «A otto anni dalla firma del protocollo pilota possiamo dire che questo strumento d’accoglienza, oltre alla sua importanza, esprime ancora tutto il suo più profondo valore»

«Ogni anno rispondiamo alla chiamata che ci invita a contrastare le disuguaglianze, a difendere i diritti di tutte e di tutti, soprattutto delle persone più vulnerabili. Una vocazione che ci spinge a sostenere il bene comune, senza pregiudizi» – Manuela Vinay, Responsabile dell’Ufficio Otto per Mille valdese.

Storie diverse, dal Medio Oriente all’Italia, accomunate dalla ricerca di nuova vita e intrecciate dall’esperienza dei corridoi umanitari. «Un corridoio per osare» è il primo documentario (docu-story) dell’Otto per Mille Valdese, realizzato da Vibes – Video Beckwith Studio, con la regia di Matteo De Fazio, il montaggio di Michele Comba e le riprese di Daniele Vola, con il supporto di Mediterranean Hope e della Diaconia Valdese.

Nel video, le testimonianze di Marta Bernardini (Mediterranean Hope), Fadi Sayes (architetto in Siria e a Roma), Abdul Settar Yhaya e Zakia Yhaya (ex infermieri in Siria e Libano), Parwana Kebrit (artista dall’Afghanistan).

Il documentario sarà presentato oggi, 15 dicembre, a otto anni esatti dalla firma del primo protocollo dei Corridoi umanitari.

Quel 15 dicembre del 2015, infatti, Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio e i rappresentanti del Viminale e della Farnesina, apposero le loro firme.

Sono passati otto anni da allora e sono tante le persone accolte grazie a questa via (pilota in Europa) di accesso legale e sicuro. Dal Libano sono giunte più di 2.700 persone.

Complessivamente in Europa sono oltre 6.700 i rifugiati e le rifugiate accolte. I Paesi dai quali provengono le persone accolte attraverso i Corridoi umanitari (relative allo specifico impegno delle chiese protestanti), sono: Libano, Libia e Afghanistan.

L’accoglienza grazie al «modello diffuso» è realizzata in diverse Regioni italiane sia dalla Diaconia valdese sia dalle chiese evangeliche.

Il principale finanziatore è l’Otto per mille della Chiesa valdese (Unione delle chiese metodiste e valdesi). «Oggi è necessario – non solo importante – ricordare l’anniversario dei Corridoi umanitari con questo documentario – spiega Manuela Vinay, responsabile dell’Otto per mille valdese -, una via per ripercorrere l’evoluzione di un progetto e le tante storie di persone (non numeri), e dare speranza e concretezza ad una possibile alternativa alle stragi in mare. Come cristiani protestanti, la nostra fede ci porta ad essere sempre a supporto degli ultimi, dei penultimi, di chi ha bisogno. Con il nostro otto per mille sosteniamo progetti importanti come quello dei corridoi umanitari e anche molte altre iniziative meno “ambiziose” ma pur sempre fondamentali perché cambiano la vita delle persone», conclude Vinay. «Otto anni dopo, possiamo dire che questo strumento di accoglienza ha ancora grande importanza e un valore profondo – rileva Marta Bernardini, coordinatrice di Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia – .

Continuiamo, infatti, ad assistere impotenti alle morti di tante persone in mare e lungo la rotta balcanica. Per questo, garantire una via di accesso legale e sicura, che rispetti la dignità e i diritti delle persone, è più che mai necessario.

I corridoi umanitari rappresentano una via di accesso possibile. Purtroppo, non sono ancora una pratica strutturale dell’Europa, a carico degli Stati membri, nonostante siano stati apprezzati dalle istituzioni, a tutti i livelli, vincendo il prestigioso Premio Nansen dell’Unhcr.

Chiediamo – conclude Bernardini – che sia l’Ue ad adottare i corridoi umanitari, e di attivare altre vie di accesso complementari, come una strategia che sia parte di una politica migratoria basata sui diritti e sull’accoglienza, anche per garantire un ampliamento del numero di persone che in questo modo potranno arrivare in Europa con i loro bagagli, i loro sogni e i loro desideri ancora intatti».

L’8×1000 può essere destinato da tutti i contribuenti in Italia a uno degli enti religiosi con cui lo Stato italiano ha una intesa, oppure allo Stato stesso.

L’8×1000 funziona, di fatto, come un voto, perché è suddiviso tra Stato ed enti religiosi, in proporzione alle scelte espresse.

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