Sos Mediterranee allarga la sua campagna di raccolta fondi anche all’Italia
Di Anna Meli
Klaus Vogel è un capitano di marina tedesco che per ragioni professionali e attraverso il racconto di numerosi suoi colleghi che navigano le acque del Mediterraneo ha vissuto il dramma dei migranti naufraghi e vittime del mare.
Chi va per mare da anni come Vogel sa che ogni comandante ha l’obbligo di prestare assistenza a coloro che si trovano in pericolo in mare, senza distinzioni relative alla loro nazionalità, allo status o alle circostanze nelle quali essi vengono trovati. Si tratta di una consuetudine marittima di vecchia data e di un obbligo contemplato dal diritto internazionale.
Il capitano Vogel non voleva solo ottemperare ai suoi obblighi una volta che si fosse trovato di nuovo di fronte ad un barcone in avaria, ma voleva collaborare ai salvataggi nel Mediterraneo. Fonda così a Berlino l’associazione Sos Mediterranee, lanciata pubblicamente alla Haus del Kulturen der Welt (Casa della culture del mondo) della capitale il 9 maggio 2015. Ben presto le si è affianca l’associazione francese, guidata dallo stesso Klaus Vogel e da Sophie Beau. Questa seconda sede è stata fondata a Parigi e ha due centri di riferimento: la capitale e Marsiglia. Il gruppo ha ottenenuto presto lo status di gemeinnütziger Verein (associazione senza scopi di lucro) e si sta rapidamente allargando in termini di adesione e soci. L’associazione italiana si sta costituendo in queste settimane ed è già presente sul web.
Non essendo possibile creare associazioni europee tout court, le varie sedi costituiranno una rete per coordinare le attività.
Klaus Vogel e gli altri membri dell’associazione, tra cui tecnici esperti, hanno già individuato la nave adatta alle operazioni di salvataggio. Si chiama Markab. È una ex nave pilota di sessanta metri, molto solida e con sufficiente spazio per salvare fino a quattrocento persone e accoglierne numerose sottocoperta. A differenza di tutte le iniziative private lanciate sino ad ora, la Markab è adatta ad operazioni di salvataggio in ogni condizione meteorologica e potrebbe essere l’unica nave privata a prestare soccorso a naufraghi e altre persone in pericolo nel periodo autunnale e invernale.
L’associazione si avvarrà della collaborazione a bordo di Médecins du Monde che ha messo a disposizione un team medico per le azioni di salvataggio in mare.
Il capitano e lo staff di Sos Mediterranee ha incontrato ad agosto scorso gli altri gruppi privati che stanno operando nel Mediterraneo in operazioni di ricerca e soccorso come il Moas (Migrant Offshore Aid Station) e Medici Senza Frontiere, incontrato a La Valletta durante una pausa della nave di salvataggio Phoenix.
Sos Mediterranee non vuole semplicemente collaborare alle operazioni di soccorso in corso, ma ha l’ambizione di diventare un’iniziativa stabile con una visione quindi di lungo periodo.
Il modello di riferimento è la Deutsche Gesellschaft zur Rettung Schiffbrüchiger (Società Tedesca per il Salvataggio dei Naufraghi) nata centocinquant’anni fa su iniziativa privata per far fronte ai continui naufragi nel Baltico e nel Mare del Nord, sovente di emigranti tedeschi diretti in America. L’associazione tedesca è ancora attiva si finanzia autonomamente.
Sos Mediterranee ha lanciato una campagna di raccolta fondi attraverso un crowdfunding. Sono stati raccolti ad oggi 234.115 euro. Traguardo che permette, secondo quanto riportato dalla campagna, di essere operativi con tutti i materiali di equipaggio.
Il prossimo obiettivo è raggiungere quota 400 mila euro così da garantire tutti i costi per le operazioni di salvataggio di un mese.
Il crowdfunding è quindi ufficialmente aperto anche in Italia sulla piattaforma Ulele a questo indirizzo. Mentre il capitano Vogel si appresta a salpare ad inizi novembre.