Di Giuseppe Giulietti su Articolo21
No, non possiamo girarci dall’altra parte.Quello che é accaduto in Ungheria ci riguarda.Orban ha imposto un bavaglio alla libertà di informazione, al parlamento, all’ordinamemto democratico.I suoi sodali italiani non solo non hanno preso le distanze, ma lo hanno lodato per aver ottenuto una larga maggioranza.Sarà appena il caso di ricordare che le democrazie e le Costituzioni moderne si fondano sulla divisione dei poteri e sul rispetto delle minoranze.A colpi di maggioranza si aprirono la strada anche Hitler e Mussolini ed una volta giunti al potere, attraverso elezioni più o meno libere, impedirono a chiunque altro di metterli in discussione.Sarà appena il caso di ricordare che Orban era già sotto osservazione dell’Unione europea in relazione alle restrizioni già imposte alla libertà di stampa e al pieno esercizio dei diritti politici e civili.Chi dice che provvedimenti simili sono già in atto in Europa mente sapendo di mentire.Gli unici paragoni possibili sono con le norme liberticide in vigore in Turchia, in Russia, in Egitto, in Cina, per fare solo alcuni esempi.L’indignazione non basta, spetta a ciascuno di noi difendere e tutelare la democrazia, la Costituzione e libera circolazione delle persone e delle opinioni.Per questo, come associazione dei giornalisti, chiediamo all’Unione europea di sollecitare la rimozione di queste norme o di accompagnare alla porta Orban.Ci auguriamo che il governo voglia convocare l’ambasciatore ungherese per comunicare l’indignazione nazionale e reclamare l’immediata iniziativa europea.La Federazione nazionale della stampa, attraverso il segretario Lorusso, ha già sollecitato una iniziativa coordinata dei giornalisti europei perché quello che é successo in Ungheria, se non contrastato subito con durezza e determinazione, potrebbe ripetersi altrove dal momento che il giornalismo critico é nel mirino del sovranismo e di chi ama, anche in Italia il “Balcone digitale” e il rapporto diretto tra il capo e la folla.Del resto, proprio dall’Italia e dall’associazione Articolo 21 era già partito l’appello a utilizzare il prossimo tre maggio, Giornata internazionale per la libertà di informazione, per convocare un sit – in davanti alle ambasciate ungheresi in Europa, ovviamente nel rispetto delle misure di contrasto del virus che saranno allora in vigore.Nel frattempo cercheremo di attivate tutte le forme di protesta possibili e attuabili, dentro e fuori la rete affinché il “Virus dell’intolleranza” sia isolato e sconfitto, prima di fare altre vittime.
Pylos e il silenzio dell’informazione
A Lampedusa c’è la tomba di una giovane donna di nome Ester. Aveva 18 anni e veniva dalla Nigeria. Era incinta ed è morta di stenti su un barcone carico di migranti rimasto in balia delle onde per giorni
Leggi tutti gli articoli su immigrazione, asilo e minoranze pubblicati dalla stampa italiana.
Quiz: quanto ne sai di persone migranti e rifugiate?
Le migrazioni nel 2021, il nuovo fact-checking di Ispi
Trump e G7 catalizzano l’attenzione dell’informazione mainstream
© 2014 Carta di Roma developed by Orange Pixel srlAutorizzazione del Tribunale di Roma n° 148/2015 del 24 luglio 2015. - Sede legale: Corso Vittorio Emanuele II 349, 00186, Roma. - Direttore responsabile: Domenica Canchano.