Integrare l’azione climatica con un approccio olistico per affrontare la perdita di biodiversità, l’inquinamento ed altre sfide ambientali; integrare la cura per l’ambiente e la cura per le persone, rifiutando una visione antropocentrica che sostiene abitudini di consumo distruttivo; integrare le istanze dei più vulnerabili all’interno dei quadri istituzionali e di leadership, garantendo che le voci di chi è colpito in prima linea dal cambiamento climatico siano al centro del dibattito globale: sono questi i punti fondamentali che l’Unione Internazionale delle Superiore Generali (UISG), l’organizzazione che riunisce 1.903 membri in rappresentanza di oltre 600.000 suore nel mondo, porta a COP28, la Conferenza delle parti delle Nazioni Unite dedicata al clima, in corso a Dubai fino al 12 dicembre.
Le suore sono impegnate in ogni parte del mondo ad affrontare le sfide ambientali con l’azione e l’advocacy, in prima linea in un movimento che vuole modellare le conversazioni globali sulle tematiche di sviluppo attorno ai bisogni delle comunità locali. Nel novembre 2022, con il sostegno del Global Solidarity Fund, la UISG ha lanciato Sorelle per l’ambiente: integrare le voci dai margini, una dichiarazione che esprime la visione delle suore per una conversione ecologica radicata nella fede. Questa dichiarazione ha delineato le priorità che hanno guidato l’advocacy della UISG nel 2023, tra cui il Sister-led dialogue on the environment, diverse tavole rotonde con cui la UISG ha istaurato dialoghi con gli ambasciatori presso la Santa Sede, e le collaborazioni con nuovi partner, per culminare nella prima rappresentanza della UISG in un vertice COP.
“La presenza della UISG a COP28 nasce dalla volontà di esplorare come possiamo farci tramite di uno scambio virtuoso di prospettive, idee e opportunità tra comunità locali e forum decisionali – spiega Suor Maamalifar Poreku, coordinatrice della campagna UISG Seminando speranza per il pianeta. – Come ci ricorda Papa Francesco nella Laudato Sì,’ ‘non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale’. È per questo che, come UISG, crediamo che per affrontare la crisi climatica sia necessario un approccio centrato sull’essere umano: vogliamo vedere le persone più colpite dai cambiamenti climatici influenzare direttamente le decisioni riguardanti l’allocazione delle risorse e, in particolare, dei finanziamenti. Facendo leva del profondo coinvolgimento delle suore con le comunità vulnerabili, la UISG vuole contribuire a portare le voci più marginalizzate nei forum decisionali. Allo stesso tempo, crediamo che la capillarità della nostra rete possa contribuire anche a garantire che le politiche globali siano attuate a livello locale, favorendo trasparenza e responsabilità”.
Per il prossimo 2024, la UISG focalizzerà il suo operato su tre importanti sfide: mitigare il rischio di replicare paradigmi neocoloniali nelle soluzioni di “energia pulita” e promuovere la trasparenza nelle iniziative cosiddette “green”; limitare l’espansione di nuovi progetti minerari per proteggere l’ambiente e ridurre l’impatto delle attuali industrie estrattive sui mezzi di sussistenza e sulla salute delle persone vulnerabili; promuovere finanziamenti giusti e trasparenti per un’economia rigenerativa e sostenere le comunità e le istituzioni cattoliche in un approccio agli investimenti basato sulla fede.
“Per affrontare alla radice le cause profonde di questa crisi epocale, dobbiamo incoraggiare i nostri leader a cercare soluzioni radicali per sfide radicali. Come UISG, ci impegniamo a camminare fianco a fianco con le comunità che vivono ai margini globali, per muoverci insieme verso un futuro sicuro, giusto e pacifico per tutte le persone e per il nostro sacro pianeta” conclude Suor Maamalifar.
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