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L’invito del Commissario straordinario Figliuolo alle Regioni e alle Province autonome affinché favoriscano l’accesso alle vaccinazioni delle persone senza tessera sanitaria, codice fiscale o residenza, è una notizia che viene accolta “con soddisfazione” da parte dell’Unar – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
“Un’iniziativa che costituisce un passo avanti significativo per la piena applicazione del diritto alla salute, in linea con la richiesta avanzata nei giorni scorsi dall’Unar al Commissario Figliuolo, per garantire parità di trattamento nell’accesso ai vaccini alle persone più vulnerabili”, afferma il direttore dell’UNAR Triantafillos Loukarelis.
“Auspichiamo ora che gli Enti locali provvedano ad uniformarsi a questa indicazione, nel rispetto dei diritti fondamentali previsti dalla Costituzione. Come indicato dal Commissario – prosegue – le Regioni potranno inoltre ricercare sinergie con associazioni e/o organizzazioni in grado di supportare l’attività di vaccinazione delle persone in situazione di disagio sociale e sanitario.”
“Nel corso degli ultimi mesi – aggiunge – l’Unar e l’associazione ‘L’altro diritto ODV’ hanno ricevuto diverse segnalazioni sull’impossibilità di accesso ai vaccini anti SARS-CoV-2/COVID-19 in diversi Comuni del territorio nazionale da parte di cittadini di Paesi terzi senza permesso di soggiorno con codice Stp o con un permesso di soggiorno connesso alle procedure di emersione, questi ultimi, tra l’altro, titolari del diritto all’iscrizione obbligatoria al Ssn e quindi al rilascio della tessera sanitaria.
Impedire a queste persone l’accesso a una prestazione sanitaria essenziale configurerebbe una discriminazione istituzionale inaccettabile oltre che, in una situazione di pandemia, un pericolo per la salute pubblica e privata”, conclude Loukarelis.
“Per vaccinare tutti è indispensabile mettere in piedi un sistema in grado di non escludere nessuno, che garantisca a chiunque la possibilità di ottenere il green pass in condizioni di parità di trattamento. Solo così potremo realmente realizzare l’obiettivo di una comunità inclusiva, solidale e accogliente che sappia proteggere e non penalizzare le persone più vulnerabili”.