di Bracalente Marta, Heredia Zuloeta Lauren E., Aversa Ilaria e Gkliati Mariana* su Redattore Sociale
Episodi di vittimizzazione per aggressione, furto, detenzione non autorizzata, trasferimento in mare forzato e senza mezzi di navigazione ed espulsione collettiva. Per la prima volta Frontex, Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, risponderà di abusi ai danni di migranti, comprese violazioni dei diritti umani tra cui respingimenti indiscriminati. Il 25 maggio, infatti, è stata intrapresa la prima azione legale contro l’Agenzia da parte delle organizzazioni Front-lex, Progress Lawyers Network e Greek Helsinki Monitor, presso la Corte di Giustizia Europea. La causa è stata presentata per conto di due richiedenti asilo (un minore non accompagnato e una donna) mentre cercavano asilo in territorio UE sull’isola di Lesbo in Grecia. Oggi, 14 Luglio, è iniziata la discussione del caso presso la Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento europeo.
Le accuse mosse contro Frontex traggono fonte da molteplici testimonianze che ricostruiscono gli eventi passati dalle vittime. Tra i fatti presentati si trovano anche prove di altre operazioni di respingimenti senza giusta causa durante i loro tentativi di cercare protezione in UE.
Dalle testimonianze presenti nell’azione legale, un membro del presunto gruppo di migranti respinti indiscriminatamente, minorenne e amico del richiedente anche lui minore, è caduto in acqua ed è morto annegato. La Guardia Costiera Ellenica (HCG) non ha recuperato il corpo. La Guardia Costiera Turca (TCG) ha poi confermato che un corpo morto è stato trovato nel periodo dal 12 al 14 giugno 2020. Proprio in questa occasione, continua il denunciante, gli ufficiali della Guardia Costiera ellenica hanno confiscato soldi, telefoni ed effetti personali oltre ad aver picchiato e molestato altri membri del gruppo del denunciante.
Front-lex e il team di avvocati che hanno presentato l’azione legale, sostengono la responsabilità di Frontex in questi eventi: l’Agenzia dovrebbe svolgere un ruolo di monitoraggio regolare della gestione delle frontiere esterne, compreso il rispetto dei diritti fondamentali. Anche se gli Stati membri mantengono la responsabilità primaria nella gestione delle proprie frontiere esterne e dell’emissione delle decisioni di rimpatrio infatti, le attività dell’Agenzia dovrebbero sostenere l’applicazione delle misure dell’Unione relative alla gestione delle frontiere esterne e ai rimpatri rafforzando, valutando e coordinando le azioni degli Stati membri che attuano tali misure.
Dal Regolamento del 2016, ma ancora di più dai cambiamenti apportati nel 2019 alle competenze dell’Agenzia e dalle proposte per i prossimi anni, diventa sempre più evidente che Frontex stia diventando un corpo di para-polizia fino al punto di aver proposto fondi per 11 miliardi di euro tra il 2019 e il 2027, inclusi fondi per lo stanziamento di agenti armati e, per la prima volta, direttamente impiegati da Frontex, e, quindi, dall’Unione Europea. Questa nuova urgenza ha spinto il gruppo di avvocati guidati da Front-lex a sostenere le difficoltà del procedimento alla Corte di Giustizia Europea per garantire l’attribuzione di responsabilità a Frontex sulle operazioni nell’Egeo.
Nonostante la mobilitazione pubblica e di attivisti e le prove forensi presentate ai vari gruppi di scrutinio e all’opinione pubblica di giornalisti europei d’inchiesta, l’accesso alla Corte di Giustizia Europea è ancora difficile per singoli applicanti, specie nel caso in cui vi siano in situazioni precarie e pericolose come richiedenti asilo. Nel caso di quest’azione legale, infatti, la Corte si dovrà pronunciare circa l’ammissibilità dell’azione, e, solo dopo, valuterà se i fatti esposti generano responsabilità del Direttore Esecutivo e dell’Agenzia.
A risultato di una precedente azione intrapresa contro l’Ungheria, il direttore esecutivo di Frontex Fabrice Leggeri ha sospeso le operazioni di Frontex in Ungheria. Poiché l’azione legale è stata presentata contro l’Ungheria, le azioni sospese sono solo quelle nelle zone di transito e per i respingimenti in terra, mentre le attività di ritorno proseguono.
Nel caso dell’Ungheria il direttore esecutivo Leggeri ha deciso di sospendere le operazioni solo dopo la sentenza della Corte di Giustizia Europea, mentre nel caso del Mar Egeo, in esame nell’azione Legale, ha ribadito che il suo potere è discrezionale.
Nonostante le dichiarazioni di Leggeri, nell’articolo 46 del Regolamento dell’Agenzia del 2019 si conferma espressamente che, in caso di violazioni di diritti fondamentali o di obblighi in materia di protezioni internazionale di natura grave o potenzialmente persistenti, il direttore esecutivo dell’Agenzia, dovrà sospendere, cessare o revocare il finanziamento di qualsiasi attività dell’Agenzia.
Con questa azione Front-lex, Progress Lawyers Network e Greek Helsinki Monitor intendono sottolineare alle autorità europee quanto queste violazioni dei diritti fondamentali di tutte le persone vengano sottaciute e insabbiate dall’agenzia in modo sistematico, richiedendo quindi la sospensione delle operazioni dell’Agenzia nell’Egeo.
Varie inchieste giornalistiche sul campo nelle isole Greche dell’Egeo, hanno evidenziato come il sistema di monitoraggio interno dell’Agenzia, unito all’inadeguato meccanismo di segnalazione dei Serious Incidents, continuino sistematicamente a fare in modo che non solo le poche problematiche riportate non vengano poi investigate appieno, ma che la maggior parte di esse non raggiungano nemmeno gli addetti al monitoraggio delle operazioni. Si legge nell’azione legale che, già a febbraio 2021, gli avvocati hanno invitato l’Agenzia a definire la sua posizione in relazione al suo obbligo ai sensi dell’art. 46 del suo regolamento istitutivo, e a sospendere o terminare immediatamente tali attività attraverso una richiesta preliminare. L’Agenzia non ha accettato le loro richieste e non ha sospeso le proprie operazioni, senza fornire una giustificazione soddisfacente. Di conseguenza, i ricorrenti sostengono l’incapacità dell’Agenzia e del direttore esecutivo a compiere le obbligazioni dirette a rispettare i diritti fondamentali.
Dalle raccomandazioni scaturite da varie indagini a livello istituzionale europeo è evidente che l’attività di sorveglianza delle frontiere di Frontex vada a sua volta monitorata, soprattutto riguardo al rispetto dei diritti fondamentali dei richiedenti asilo, per la maggior parte dei giornalisti, attivisti, e per l’opinione pubblica, ma non per Leggeri. La pubblicazione del report del Frontex Scrutiny working group del Parlamento Europeo circa le indagini sul convolgimento dell’Agenzia nelle violazioni dei diritti umani, è prevista il 15 luglio 2021.
*Bracalente Marta e Heredia Zuloeta Lauren Estefania sono studentesse della Clinicade Diritti, dell’immigrazione e della Cittadinanza dell’Università degli Studi di Roma Tre e partecipanti al progetto “European Border and Coast Guard Agency: SystemicAccountability in Practice”. Aversa Ilaria (LecturerallaUniversityof Greenwich, volontariaStatewatch) fa parte del progetto “EuropeanBorder and CoastGuard Agency: SystemicAccountability in Practice”.Gkliati Mariana (Leiden University, Universityof London) leader del progetto “EuropeanBorder and CoastGuard Agency: SystemicAccountability in Practice”.
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