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Violenza in Tunisia, il comunicato stampa del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale

Migrants from sub-Saharan Africa gather in an olive grove near the Mediterranean sea coast in the locality of Hmayzia, about 30 kilometres north of Sfax in central Tunisia on October 3, 2022, before attempting to clandestinely depart for Italy in makeshift boats. (Photo by FETHI BELAID / AFP)

A cura di Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale

Le violenze xenofobe in Tunisia rendono evidente la preoccupazione per l’ipotesi di rimpatri forzati verso paesi terzi che non rispettano i diritti umani

Sfax preoccupa chi monitora il rispetto dei diritti fondamentali di ogni persona, qualsiasi sia la sua situazione soggettiva. Video diffusi suoi social in questi giorni e le corrispondenze giornalistiche pubblicate indicano, infatti, una ondata di violenze xenofobe proprio in quella città e segnalano anche il rischio di abbandono al loro destino di persone migranti in aree desertiche. Il tutto, appunto, in Tunisia, Paese con il quale l’Italia ha in essere accordi per i rimpatri forzati. Il Garante nazionale guarda sistematicamente con attenzione ogni negoziato per la migrazione e l’asilo e già nella sua recente Relazione al Parlamento 2023 ha espresso la propria preoccupazione per il possibile trasferimento forzato di persone migranti verso Paesi di transito anche se non vincolati all’adesione alla Convenzione di Ginevra. Il caso di possibili futuri rimpatri di cittadini subsahariani in Tunisia e il rischio di esporli a vessazioni e torture rendono evidente tale preoccupazione. Nell’esprimere questo timore, Il Garante nazionale è tuttavia certo che verranno trovate soluzioni in linea con il nostro ordinamento costituzionale e distanti dalla tentazione di esternalizzare le nostre responsabilità di controllo e tutela.

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