Ad oggi, grazie alla sua posizione geografica, sono stati circa 140.000 i migranti e i rifugiati arrivati in Italia nel 2015. Si rende perciò necessaria una gestione della crisi umanitaria dei rifugiati anche e soprattutto attraverso l’implementazione di strategie d’integrazione efficaci.
Anche per rispondere a queste esigenze l’Unhcr ha presentato oggi il progetto “Welcome, Working for refugee integration” che prevede l’assegnazione di un riconoscimento alle aziende che in Italia si saranno contraddistinte per aver portato avanti processi d’integrazione dei beneficiari di protezione internazionale.
L’Unhcr conferirà a tali realtà un logo, denominato appunto “Welcome. Working for refugee integration” che le aziende potranno utilizzare nella loro comunicazione. Il logo verrà assegnato annualmente da una commissione composta da rappresentanti di diversi contesti che in vario modo di occupano di responsabilità sociale nell’ambito del settore privato. Il riconoscimento tramite questo logo permetterà d’individuare, anche, quella rete virtuosa di aziende che concretamente si sono adoperate per favorire l’inserimento lavorativo dei beneficiari di protezione internazionale.
Secondo Luigi Manconi, presidente della commissione diritti umani del Senato, «questo progetto è un’operazione culturale che ha come posta in gioco quella di trasferire la questione di asilo ed integrazione dal piano dell’emotività a quello delle politiche razionali» ed aggiunge «le democrazie e l’economia sono le categorie alle quali debbono afferire la questione delle migrazioni degli stranieri».
In questo senso il ruolo delle aziende appare cruciale per realizzare l’integrazione «si tratta di un processo di responsabilità condivisa» sottolinea Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr per il sud Europa «la collaborazione con le imprese è fondamentale e porta avanti il Global Compact ribadito anche durante il recente Forum di New York».
E se di buone pratiche si tratta il sottosegretario Luigi Bobba, sottosegretario al ministero del lavoro e delle politiche sociali, è convinto che «in ambito lavorativo già ne esistano di numerose, magari semplicemente non raccontate e quest’iniziativa potrebbe essere un buon attivatore di queste buone prassi». Pierangelo Albini, direttore area lavoro e welfare di Confindustria, entra ulteriormente nel merito ribadendo la necessità di «profilare professionalmente i migranti sin dal loro arrivo nelle strutture di accoglienza» così da ottimizzare ulteriormente il lavoro intrapreso.
Il progetto parte oggi, l’appuntamento con i risultati è a partire dall’anno prossimo.
Nella foto in alto il logo del progetto “Welcome. Working for refugee integration”
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