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Carta di Roma, la lettera scritta a Quotidiano Nazionale

La lettera di Carta di Roma a Quotidiano Nazionale

In risposta all’articolo pubblicato il 13 maggio 2014 dal Resto del Carlino, dal titolo «Porto, sbarcano e fuggono in città. L’assalto degli ottanta clandestini», l’Associazione Carta di Roma ha inviato una lettera al direttore di Quotidiano Nazionale. Di seguito il testo.

Caro Direttore

Come saprai ci siamo dotati di un codice deontologico specifico, la Carta di Roma, perché il rischio di generalizzazioni e di infondati allarmismi ci ha costretti più volte negli ultimi anni a rettificare, a scusarsi per un titolo sbagliato o informazioni imprecise, soprattutto quando si sono trattate notizie che riguardavano migranti, richiedenti asilo, rifugiati.

Nel lavoro di cronaca ci siamo detti anche che una particolare attenzione deve essere prestato all’uso di termini giuridicamente corretti per un’informazione aderente ai dati di fatto e non certo per “buonismo” o per amore del cosiddetto politically correct”.

Tutto ciò perché si ha piena consapevolezza “sul danno che può essere arrecato da comportamenti superficiali e non corretti, che possano suscitare allarmi ingiustificati, anche attraverso improprie associazioni di notizie, alle persone oggetto di notizia e servizio”, sempre citando la Carta

Dalla rassegna di oggi abbiamo letto un articolo che per tono e terminologia usata non sembra tenere in considerazione tali norme.

Ci riferiamo al pezzo “Porto, sbarcano e fuggono in città. L’assalto degli ottanta clandestini” che è stato corredato dall’altro pezzo “Un blitz che non ha precedenti”.

Nell’articolo – così come nel titolo –  si usa un termine giuridicamente inesistente ma che ha assunto una valore sociale altamente negativo come “clandestini”, oltre a confonderlo e usarlo come sinonimo di “profughi”. “Sono tutti profughi, clandestini,

quasi tutti in giovane età” riporta il collega, specificando qualche riga dopo che si tratta di “..mediorientali, per lo più siriani. Ma tra loro ci sono anche dei somali

Carta di Roma ci ricorda solo che siamo tenuti a dare un’informazione aderente ai dati di fatto e alla consistenza reale dei fenomeni; a usare le parole in modo preciso e rispettoso di esseri umani troppo spesso liquidati col termine spregiativo di“clandestini”; a ricordare quali siano le situazioni dalle quali questi uomini e donne vengono via, e perché.

La migrazione forzata come quelle dalla Siria definita dallo stesso collega “insanguinata”, o dalla ingovernata Somalia è un fenomeno che stiamo vivendo ormai da troppi mesi per non essere adeguatamente conosciuto. Il collega dice che non si hanno notizie di richiedenti asilo politico, ma si dovrebbe anche qui sapere che la richiesta di protezione può essere accolta anche per “motivi umanitari” o come “sussidiaria” in caso di situazione di violenza generalizzata e di conflitto nei paesi di origine.

Siamo consapevoli del fatto che a volte si lavora in fretta e che si può incorrere in errori e imprecisioni. Ed è questa la ragione per cui abbiamo ritenuto di scriverti personalmente per conoscere il tuo parere. Che ti preghiamo di farci pervenire appena ti sarà possibile.

Come da prassi la lettera inviata verrà pubblicata 24 ore dopo sul sito www.cartadiroma.org.

Rimaniamo anche a disposizione per organizzare un eventuale incontro con la tua redazione, sempre che lo riterrai utile e opportuno per accrescere le competenze specifiche sull’argomento, così come abbiamo già fatto in altre redazioni nazionali da Repubblica, al Corsera, al TG5 a La 7.

Cordiali saluti

Giovanni Maria Bellu, presidente Associazione Carta di Roma

Di seguito i link a «Porto sbarcano e fuggono in città ottanta clandestini» e «Un blitz che non ha precedenti».

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