Al di là delle posizioni sul tema, c’è una generale e diffusa mancanza di conoscenza sui dati reali, le dinamiche globali e le motivazioni dei flussi migratori legati alla povertà e alle guerre. Tale fenomeno è aggravato dai media che spesso manipolano la rappresentazione dei fatti, perpetuando una disinformazione cronica che alimenta paura, intolleranza e la negazione dei diritti fondamentali delle persone.
Lo scriveva Andrea Menapace, direttore della Cild, lanciando alcuni mesi fa il progetto Open Migration, portale realizzato col sostegno di Open Society Foundations che ha l’obiettivo di combattere con fatti e dati la percezione distorta dei flussi migratori, dei migranti e dei rifugiati, delle minoranze. Il fact checking contro gli stereotipi.
Siamo lieti di poter annunciare una nuova collaborazione, che ci vedrà produrre insieme a partire da oggi, col supporto di Unhcr, una serie di articoli accompagnati da grafici o da altri elementi multimediali e interattivi che possano aiutare chi legge a farsi un’opinione basata sulle informazioni fornite da una fonte affidabile e indipendente.
Inauguriamo questa nuova sinergia con un articolo sulla rappresentazione dell’immigrazione in Italia e all’estero, tra polarizzazione e normalizzazione.
Se ne discuterà anche domani, 8 aprile, al Festival del giornalismo di Perugia nell’ambito del panel “La crisi dei rifugiati: in che modo la televisione può contribuire a comprenderla meglio?”.
Pylos e il silenzio dell’informazione
A Lampedusa c’è la tomba di una giovane donna di nome Ester. Aveva 18 anni e veniva dalla Nigeria. Era incinta ed è morta di stenti su un barcone carico di migranti rimasto in balia delle onde per giorni
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