Pregiudizi e generalizzazioni per raccontare l’episodio di Colonia. Intanto proseguono i viaggi nel Mediterraneo
Di Alberto Baldazzi, Osservatorio Tg
I gravissimi fatti di Colonia della notte di Capodanno – emersi solo dopo diversi giorni hanno segnato fortemente nell’informazione televisiva la riflessione sul tema del’integrazione, delle sue strategie – in Italia e in Europa, e dei suoi limiti. Tanti gli interrogativi aperti, e non pochi i casi in cui al doveroso sforzo di comprensione ed analisi tentato da diverse testate, si sostituisce una visione preconcetta che si nutre di una ricercata confusione tra immigrazione, conflitto di civiltà, giudizi senza appello sull’intero mondo islamico, terrorismo.
I drammatici attentati in Turchia e Indonesia e le manifestazioni ad un anno dagli attentati parigini a Charlie Hebdo e all’ipermercato ebraico hanno riproposto in questo inizio di anno i temi che hanno caratterizzato l’ultima stagione dell’informazione, con esiti assai vari. Se, ad esempio, Tg5 giovedì scorso si è preoccupato di sottolineare che il morbo dell’integralismo religioso va combattuto attraverso il riconoscimento ed il rispetto delle diversità, e le “rappresaglie” contro cittadini di fede islamica dopo i fatti di Colonia sono state correttamente segnalate e stigmatizzate da tutte le testate, Tg4 ha proseguito in una pericolosa campagna di semplificazione, ipotizzando che i molestatori e aggressori di Colonia abbiano accompagnato le loro violenze con il grido “Allah è grande”.
Lo status di richiedente asilo del terrorista saudita autore dell’eccidio di Istanbul, mercoledì scorso ha fatto parlare il Tg di Rete 4 di “profughi che si scoprono terroristi”, come se questo fenomeno interessasse quote rilevanti del milione di profughi che lo scorso anno sono giunti in Europa. Sul tema dell’accoglienza, poi, la stessa testata segnala le condizioni drammatiche di 500 ospiti di un centro nel milanese, ma giovedì sera polemizza fortemente con i 400 euro di contributo a chi nell’astigiano accoglie in casa propria i profughi, perché i soldi andrebbero in buona parte ad altre famiglie di immigrati residenti in Italia.
Intanto, malgrado il pieno inverno, prosegue e, in particolare, nell’Egeo. Il bilancio delle vittime si aggiorna drammaticamente, e meritoriamente a segnalarcelo sono quasi quotidianamente le testate de Servizio Pubblico, le uniche che mantengono alta l’attenzione al fenomeno.