In assenza di nuove tragedie, le notizie sull’immigrazione si ritagliano uno spazio solo con la cronaca
Di Alberto Baldazzi, Osservatorio TG
Nella complessiva offerta di un’informazione ossessivamente concentrata sui risultati del primo turno delle amministrative, nell’ultima settimana del mainstream è difficile ricontrare un’attenzione esplicita e dichiarata alle tematiche dei profughi. In assenza di nuovi drammi legati ai naufragi nel Mediterraneo, il tema appare per così dire “accantonato”, e anche l’iter claudicante dell’Europa che sembra aprirsi al progetto italiano del migration compact, non scalda più di tanto il clima elle redazioni dei tg: nessun titolo su nessuna testata e nessun reale approfondimento.
Conseguentemente il tema immigrazione “viene a galla” solo in relazione a fatti di cronaca. Le proteste a Rosarno dopo l’uccisione del giovane maliano ad opera di un carabiniere minacciato e/o accoltellato (al momento non vengono forniti ragguagli ufficiali) all’interno della squallida tendopoli dei braccianti extracomunitari, ottengono un’accettabile copertura su tutte le testate, e lo stesso vale per le drammatiche condizioni dei migranti a Ventimiglia, abbandonati a se stessi e ad un mix di atteggiamenti solidali e di chiusura. Anche in questo caso si tocca con mano la difficoltà delle istituzioni nel produrre soluzioni, giustificata solo in parte dalla complessità e dalle dimensioni del problema.
Venerdì, poi, l’informazione di serata ha perso una buona occasione per chiarire il ruolo essenziale dell’immigrazione nel contesto di una demografia caratterizzata dal segno meno. I dati Istat che hanno fatto parlare alcuni (TgLa7) di un’Italia “rattrappita” e che per la prima volta in 90 anni vede calare i numeri assoluti della popolazione residente, sono stati ampiamente riportati con toni correttamente allarmati, senza però chiarire che l’apporto di giovani e nuclei familiari provenienti dal sud del mondo diventerà sempre più essenziale per la tenuta del sistema-paese.