Di Alberto Baldazzi, Osservatorio Tg
Anche nella settimana appena trascorsa i tanti eventi drammatici sul fronte del terrorismo, la stentata partenza del governo unitario libico, le polemiche politiche tipiche del cortile di casa e fatti di cronaca aberranti quale quello dei 13 presunti omicidi in corsia nell’ospedale di Piombino, allontanano i riflettori dell’informazione dalla tematica dei profughi. Ciò è paradossale se si considera che con la rotta balcanica sigillata e con l’arrivo del bel tempo, quella di Lampedusa e della Sicilia ricomincia ad essere congestionata, con più di 5.000 salvataggi in meno di una settimana. Plauso alla Marina, alle capitanerie di porto, e ai volontari che operano indefessi anche se meno illuminate dall’attenzione dei media.
La notizia nei tg “c’è”, ma a differenza della passata stagione non conquista le aperture. Fa eccezione Tg3 che venerdì ha titolato sulle proteste delle maggiori ong e di Amnesty International alla vigilia dell’entrata in vigore dell’accordo Ue-Turchia che trova giustificazioni solo nella “voglia matta” di paesi del nord Europa di allontanare dal proprio desco l’amaro calice rappresentato dai rifugiati. Sempre Tg3 “non dimentica” l’emergenza di Idomeni, ripresa con un servizio in cui la disperazione e l’incredulità di migliaia di disperati nel limbo della frontiera tra Grecia e Macedonia, chiama in causa un’Europa che non vuole ascoltarle.
In una sorta di “scambio” tra presunti (o reali) portatori di minacce al nostro ordinato e pacioso viver civile, se i profughi nel nostro territorio non creano problemi, i terroristi non colpiscono direttamente il paese, e i “bastardi” si concentrano nell’area franco-belga, esistono pur sempre i rom in grado di solleticare alcune linee editoriali “securitarie”, come quella di Tg4 che mercoledì scorso riprende alla grande la tradizione che generalizza ed etnicizza alcuni casi di cronaca nera che hanno visto protagonisti alcuni cittadini rom e sinti.
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