Anche questa settimana l’Europa e il confronto istituzionale sui migranti restano in secondo piano nei tg
Di Alberto Baldazzi
Una settimana importante per il tema dell’accoglienza e per il riconoscimento dei diritti degli immigrati. Ma i rilevanti avvenimenti e le prese di posizione di autorità italiane e internazionali non hanno scalfito più di tanto i flussi della comunicazione mainstream. I numerosi interventi del Presidente Mattarella sulla necessità dell’apertura dell’Europa e su un maggiore impegno della comunità internazionale sui temi della povertà e della pace, hanno avuto dignità di titolo solo su Tg1 e Tg2 nella serata di venerdì, in occasione della visita all’Expo alla presenza di Ban Ki Moon.
La posizione italiana alla vigilia del Consiglio d’Europa sull’immigrazione, espressa alle Camere mercoledì nei lunghi interventi di Matteo Renzi, sarebbe stata meritevole di maggiore attenzione, ma l’informazione dei Tg ha privilegiato i riflessi di politica interna nei discorsi del premier.
Le cronache dei drammi che si consumano anche in queste settimane nel Mediterraneo e nella rotta balcanica, sono sempre più in basso nelle scalette dei tg. Da segnalare un servizio di Tg5 che martedì ha ripreso l’appello di Frontex che reclama maggiore attenzione e maggiori risorse per puntare quantomeno alla riduzione dei rischi in cui i profughi incorrono. L’uccisione da parte della polizia di frontiera bulgara del giovane afghano proveniente dalla Turchia ha avuto la dignità di titolo venerdì sera solo su Tg3, ma accettabili coperture nelle edizioni delle ore 20. Gli accordi Ue-Turchia sulla gestione dei profughi sono stati presentati troppo frettolosamente dai tg di venerdì.
Discorso a parte merita la bella pagina parlamentare che martedì ha visto l’approvazione da parte della Camera del testo sullo ius soli. Questa apertura da lungo attesa e che fa recuperare al Paese ritardi denunciati da decenni, è comparsa nei tg senza alcuna enfasi; titolo per Tg3 e quasi nessun approfondimento sulla condizione di centinaia di migliaia di giovani figli di immigrati, italiani di fatto ma non ancora di diritto.