Con la strage di Orlando e gli europei l’immigrazione resta marginale nell’agenda dei telegiornali
Di Alberto Baldazzi, Osservatorio Tg
Compressi tra gli echi del calcio europeo venati da orgoglio azzurro, quelli della strage di Orlando e dell’omicidio della deputata laburista, e dagli gli ultimi “fuocherelli” della campagna per i ballottaggi, i temi dei profughi dall’Africa e dal Medio Oriente trovano poco spazio nell’informazione mainstream. Nella settimana appena passata solo Tg5 “ritorna” (lunedì e martedì) sulla rotta del Mediterraneo occidentale, segnalando l’aumento del numero dei minori non accompagnati che vengono salvati nel Canale di Sicilia, e di quelli che scompaiono in mare.
Meritoriamente venerdì sera Tg1 ha dato ampio spazio alla denuncia di Medici Senza Frontiere che accusa le ipocrite politiche europee sui profughi, che a parole esprimono solidarietà ma di fatto hanno come obbiettivo la “blindatura” dei confini nazionali e continentali, come nel caso dell’ “appalto” della chiusura della rotta balcanica alla Turchia. Per questo la grande organizzazione ha deciso di rifiutare i giù scarsi contributi che alcuni paesi versano nelle sue casse con l’obbiettivo di “mondarsi la coscienza”.
Tornando alla strage omofoba di Orlando e all’omicidio di Jo Cox, giovane attivista dei diritti civili e per anni impegnata sul tema dell’immigrazione, in ambedue i casi emerge chiaramente l’aggressiva logica di chiusura che accomuna estremisti (religiosi e no), razzisti e neonazisti e che Tg3 venerdì sera ben evidenzia in un servizio ricostruendo il “filo nero” che congiunge i tanti rigurgiti razzisti in Europa come negli Stati Uniti.