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Dal “nuovo umanesimo europeo” al sindaco musulmano di Londra

Riflettori puntati sulle dichiarazioni del Papa, sull’elezione del primo sindaco musulmano di Londra, sull’asse Roma-Berlino

Di Alberto Baldazzi, Osservatorio Tg

In una settimana in cui la Commissione europea sembra aver imboccato la strada giusta sul tema dell’accoglienza, in pratica facendo proprie le istanze italiane su ricollocazioni e superamento delle regole di Dublino, l’Osservatorio si concentra sull’informazione di venerdì.

Nel giorno in cui, ricevendo il premio Carlo Magno, Papa Francesco parla dell’esigenza di un “nuovo umanesimo europeo” e ammonisce contro il rischio che la battaglia per l’apertura e la solidarietà possa rappresentare l’ultima utopia franata dell’Unione, quasi tutti i tg (aperture per Tg1, Tg4, Tg5 e Tg La7) segnalano la “non ritualità” di questo intervento di fronte alle massime autorità europee. La protestante Merkel che assiste alla messa cattolica celebrata dal “suo” cardinale Kasper è il segno di una doverosa ricezione, da parte di chi ha il potere di rispondere, dei segnali di allarme e di speranza lanciati da Francesco. Il discorso del Papa non è rituale, anche perché definisce l’integrazione e la multiculturalità un elemento essenziale del nuovo umanesimo europeo nel giorno in cui si insedia a Londra il primo sindaco musulmano di una capitale dell’Unione. Mentana segnala la profondità del discorso, Cecchi Paone esclama che “abbiamo un Papa grandissimo”. Ma che da quest’omaggio dell’Europa al cittadino venuto dalla fine del mondo per ricordarle i suoi doveri conseguano comportamenti coerenti, il passo è lungo. È sempre Mentana che segnala come “il sogno di un nuovo umanesimo” mal si concilia con i rapporti di forza che diversi stati – tra cui l’Italia – sono portati a mantenere con paesi come l’Egitto e la Turchia, patrie dei “nuovi tiranni” (Tg La7 parla del Sultano e del Faraone), Al Sisi ed Erdogan. Lì l’umanesimo non c’è, la democrazia meno che mai; la libertà di stampa e di espressione è coartata con l’arresto che colpisce gli esponenti della stampa libera (titoli per Tg3 e Tg La7) e dalle torture nelle carceri segrete.

Tornando al Vecchio Continente, si impone una riflessione che viene accennata da alcune testate: sul tema profughi e, più in generale sul rilancio dell’Europa, l’Italia non è solo in prima fila, ma anche in relativa solitudine. Visto il comportamento dei paesi dell’Europa centrale, il disimpegno della Gran Bretagna e la momentanea perifericità della Francia, l’unico rapporto che sembrerebbe funzionare è un neonato asse Roma–Berlino. Forse non basterà, ma non è poca cosa. Gli appelli del premier Renzi contro i “muri della paura”, sempre venerdì, raccolgono titoli sui Tg Rai, con Tg2 che ospita per oltre mezza edizione un Ministro Alfano paladino dell’accoglienza e della solidarietà.

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