Di Alberto Baldazzi, Osservatorio Tg
La settimana dell’informazione mainstream che con la fine di giugno chiude tradizionalmente la stagione 2015-2016, ha coinciso con l’operazione, simbolica e concreta, del recupero del barcone affondato nell’aprile dello scorso anno con il suo carico di centinaia di vittime. Qualcuno dal fronte politico (leggi Giovanardi) ha avuto a ridire sulle spese sostenute dallo Stato per la difficile opera di recupero, finalizzata a dare un nome e una sepoltura a quei profughi disperati che, come altre decine di migliaia, hanno tentato e tentano di attraversare il Canale di Sicilia per fuggire a persecuzioni, alla fame e alla concreta prospettiva di perdere la vita. L’informazione di serata ha trasversalmente ripreso mercoledì la notizia del recupero, che rappresentava un impegno del Governo per rispondere all’indifferenza che in molti paesi della Vecchia Europa si manifesta nei confronti del flusso dei profughi. Tanti i muri che vengono costruiti o minacciati, e la scelta italiana del salvataggio in mare, dell’accoglienza e della pietà per le vittime appare in controtendenza e ci rende orgogliosi.
Giovedì e venerdì diverse testate sono tornate sulla vicenda, anche perché le nuove vittime delle ore successive hanno tenuto “alta” l’attenzione ad una emergenza che tale non è più e che andrebbe affrontata non solo sul mare, ma anche nel continente africano. Alla ripresa della stagione autunnale, siamo certi che arriveremo con un bilancio sempre drammatico e vittime e di operazioni di salvataggio, in attesa che l’Europa batte un colpo e che sia varato realmente il migration compact proposto dall’Italia.
Per tutta l’estate il tema dei profughi continuerà ad animare il dibattito europeo e quello interno a diversi paesi in preda a rigurgiti xenofobi. La stessa Brexit ne è stata una manifestazione, così come la recente decisione della Suprema Corte austriaca di far ripetere il ballottaggio per la Presidenza della Repubblica che riapre al rischio di una svolta verso la estrema destra in un paese al entro del Continente. Su questi temi l’informazione mainstream è stata attenta e prodiga di approfondimenti.
L’Osservatorio Tg vi dà appuntamento a settembre.
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