Di Alberto Baldazzi, Osservatorio Tg
“Parole vane”: questo il commento più appropriato, espresso dal direttore di TgLa7 Enrico Mentana nell’edizione di giovedì scorso, a proposito del corto circuito europeo sui temi dell’immigrazione e del controllo delle frontiere, in una settimana in cui le tante parole, minacce e proposte “chiusuriste”, hanno impattato con la realtà dei profughi che continuano a morire nell’Egeo dove, a differenza che nel Canale di Sicilia presidiato dall’Italia e da Triton, nessuno si occupa di assistere e salvare i disperati della rotta balcanica. Parole vane, di cui ci si dovrebbe vergognare.
Nella settimana appena passata il tema profughi si è imposto risultando centrale nell’informazione tv. I rapporti con la Turchia e il braccio di ferro tra Italia e Germania andato in onda ieri nell’incontro a Berlino, sono un segno evidente della diverse poste in gioco in un contesto in cui ai temi della sicurezza, del controllo delle frontiere, dei limiti dell’accoglienza, si sommano le diatribe sul fiscal compact e sulla flessibilità nei bilanci del paesi Ue. Paradossalmente gli orientamenti svedesi circa il contenimento del flusso dei profughi hanno generato reazioni e giudizi alquanto discordi: comprensione per lo sforzo e l’apertura all’accoglienza nel paese con la più alta percentuale procapite di immigrati nell’ultimo anno (Tg3), esplicito apprezzamento per la decisione di espellere i migranti economici cui non è stato riconosciuto lo status di richiedenti asilo (Tg4). Da qui l’invito “senza se e senza ma”, a fare altrettanto in Italia, paese con una popolazione ben maggiore e che ha ricevuto in valore relativo una quota di profughi assai inferiore a quella svedese.
La riunione di giovedì e venerdì delle destre europee a Milano che ha inneggiato alla fine di Schengen e alla chiusura contro profughi e islam, è stata ripresa ampiamente dai tg, alcuni dei quali hanno proposto interessanti analisi dei contesti di guerra che sono la causa scatenante del flusso di profughi. Buoni, poi, i servizi di T5 e Tg3 di giovedì che hanno illuminato le condizioni disperato nei campi profughi improvvisati in Grecia e in Macedonia.
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