Di Alberto Baldazzi, Osservatorio Tg
Nell’informazione mainstream della settimana appena trascorsa è “tornata” l’attenzione al dramma dei profughi, con i dati sugli sbarchi che registrano un +40% rispetto all’inizio del 2016. La ragione di queste resipiscenza è da ricercare nel summit di lunedì dei paesi del Mediterraneo dedicato ai flussi di migranti e alle iniziative per regolarlo e limitarlo. Insomma, quando la “politica” mette sul piatto le proprie carte il mondo dei media la segue; quando nell’agenda delle leadership il tema è accantonato, anche l’agenda-setting ne risente.
Lunedì sera diverse aperture e servizi per tutti dedicati al primo bilancio annuale e alle posizioni espresse da Gentiloni che faticosamente tenta di creare una posizione comune sul tema, chiamando in campo l’azione e le responsabilità dei paesi della sponda sud maggiormente coinvolti dai flussi. Flussi che si indirizzano verso la Libia ma che, come segnala sempre lunedì Tg2 in un interessante servizio dal Niger, originano dall’Africa sub-sahariana.
Sull’onda del vertice di Roma, martedì sono soprattutto le testate Rai ad analizzare le prospettive aperte dalla collaborazione tra i paesi rivieraschi, dedicandosi inoltre ai temi dell’accoglienza e, in particolare, alle drammatiche condizioni dei migranti incarcerati che vengono segnalate nella relazione al Parlamento del Garante dei detenuti.
Venerdì sera Tg3 ha proposto un ulteriore servizio sulla situazione a Mosul. Mentre Tg5 si è occupato delle contraddizioni che attraversano l’Europa inquadrando di nuovo la paradossale situazione con la Francia al confine di Ventimiglia.
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