I flussi migratori in secondo piano, mentre l’attenzione continua a essere focalizzata sulle comunità islamica
Di Alberto Baldazzi, Osservatorio TG
Sui temi dei profughi, dell’accoglienza e dell’integrazione, nella settimana appena conclusa l’informazione mainstream è stata attraversata da alcune evidenti contraddizioni che solo in parte sono riferibili ai dati e alle situazioni reali. La questione sicurezza, drammaticamente riemersa con gli eccidi parigini, su alcuni organi di stampa ha infatti riportato a galla l’equazione islam-terrorismo e ridato fiato al così detto “scontro di civiltà”. Il “profugo” o la rotta balcanica, in precedenza agitati come potenziali rischi per la nostra convivenza civile, hanno così lasciato il passo alle comunità islamiche che vivono in Europa e in Italia cui si richiede, spesso solo provocatoriamente, di dissociarsi da chi commette eccidi indicibili, con l’obbiettivo non dichiarato di trovarle in fallo e di evidenziarne le ambiguità. Poco importa che le dissociazioni ci siano state, con le manifestazioni della scorsa settimana in diverse città italiane. Si ha l’impressione che alcune linee editoriali siano, per così dire, “preconfezionate”, producendo servizi e presunti approfondimenti che più che indagare la realtà dell’integrazione o della mancata integrazione, tendono a ribadire e ad amplificare le distanze culturali, per dare corpo ad uno “scontro” che dovrebbe vedere gli italiani armati di scudi e di elmetti.
Campione di questa linea è stato Tg4 che, all’unisono con la rete di appartenenza, non ha lasciato occasione per segnalare e rimarcare distanze e reali o presunte contraddizioni, mostrando per converso scarsa sensibilità nell’indagare l’assai variegato mondo delle comunità mussulmane presenti sul nostro territorio.
Più equilibrate le impostazioni delle altre testate che hanno colto il tentativo della maggior parte dei leader europei di tenere ben separati “islam” e “terrorismo”, segnalando la matrice endogena delle deviazioni che hanno portato tanti figli della mancata integrazione a deviazioni criminali e stragiste.
Tornando ai flussi dei profughi, come segnalato giovedì scorso da Tg3, questi non si interrompono, anche se l’informazione se ne occupa meno, amplificando il bilancio di vittime che, come avvenuto venerdì, ha visto altri 6 bambini affogare nelle acque tra Turchia e Grecia. In generale le testate del Servizio Pubblico hanno mostrato un’attenzione adeguata. TgLa7 venerdì sera ha segnalato correttamente le ambiguità delle posizioni dell’Europa che si appresta nelle prossime ore a “chiedere” alla Turchia, in cambio di una dotazione finanziaria di 3 miliardi di euro, di mantenere entro i propri confini i 2 milioni di disperati che popolano i campi provvisori allestiti per raccogliere chi fugge dalla Siria e dalle guerre del Medio Oriente.