L’associazione italiana persone down (AIPD) ha presentato in questi giorni una pubblicazione destinata ai genitori stranieri che hanno figli con disabilità. «Down to Italy. Stranieri con disabilità in Italia» è stato realizzato nell’ambito del progetto “Easy Info. Sapere è potere”, promosso da Aipd e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ai sensi della legge 383/2000. Ne dà conto anche Il Sole 24 Ore in un breve trafiletto. È rivolto agli stranieri con sindrome di Down e loro familiari che vivono in Italia e per questo motivo al suo interno si trovano informazioni di loro interesse specifico e in più lingue.
L’Aipd ricorda infatti che con l’aumento della presenza di immigrati in Italia è aumentato anche il numero delle famiglie straniere con figli in condizione di disabilità. Si rilevano quindi difficoltà di accesso ai servizi e alle informazioni utili per queste famiglie. «Un ostacolo alla soddisfazione dei propri diritti che può rivelarsi un’ulteriore causa di isolamento sociale», sostiene Aipd. Ecco allora che uno strumento informativo in più lingue che mira ad informare le famiglie straniere sia sui temi relativi all’assistenza (invalidità civile, permessi sul lavoro, salute) che per quanto riguarda l’inserimento scolastico e in generale la relazione con la scuola.
L’AIPD è l’associazione ispiratrice anche di una docu-fiction di successo realizzata dalla casa di produzione Magnolia che è andata in onda su Rai3 tra febbraio ed aprile di quest’anno dal titolo “Hotel 6 stelle”. Di ieri la notizia su Redattore Sociale della conferma della trasmissione nel palinsesto autunnale della terza rete Rai. La prima puntata della nuova serie è fissata in calendario per venerdì 14 novembre, con un cast di nuovi ragazzi con sindrome di down alle prese con un tirocinio formativo presso un hotel. “Proprio riguardo alla scorsa stagione, all’Aipd sottolineano con soddisfazione i risultati raggiunti e gli effetti positivi che l’onda lunga del programma ha prodotto, con quasi 50 aziende disposte ad offrire tirocini formativi”
Chissà che nel prossimo cast ci possa essere anche un figlio di stranieri. La strada sembra aperta per nuove sperimentazioni. Una conferma che la diversità è sinonimo di creatività anche nei media.