Oggi la raccolta firme per il Referendum abrogativo sulla cittadinanza ha raggiunto – e superato – l’obiettivo delle 500mila firme. La storia di Abla parla proprio di cittadinanza ed è stata raccolta da Francesca D’Amato, Francesca d’Amato, specialista di migrazioni, in questa intervista, realizzata per l’associazione Carta di Roma in collaborazione con l’8XMille della Tavola… Leggi tutto
Axel, Susanna, Grazia: sono nati e cresciuti in Italia, eppure trattati da stranieri. Ecco le loro storie
Martedì 28 giugno in Piazza Capranica si celebrerà il “matrimonio” tra l’Italia e oltre un milione di giovani senza cittadinanza.
La proposta di riforma della legge sulla cittadinanza (91/92), arriverà in aula il prossimo 24 giugno. Dopo mesi di ritardi e ostruzionismo, dunque, il provvedimento verrà discusso all’inizio dell’estate.
La legge sulla cittadinanza italiana ha compiuto trent’anni, ma chi la subisce non ha niente da festeggiare. Sono infatti oltre un milione i bambini, adolescenti e adulti a restare stranieri in questo loro paese, appesi al filo del permesso di soggiorno, proprio a causa di quella legge nata già vecchia.
La Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio accoglie in modo positivo la notizia dell’adozione, da parte della Commissione affari costituzionali della Camera, del testo che introduce il cosiddetto “ius scholae” come base di partenza per la tanto attesa riforma della legge sulla cittadinanza.
Sono passati trent’anni dall’approvazione dell’attuale legge sulla cittadinanza, la legge 91 del 5 febbraio 1992.
Le stime del Centro Studi Idos rese note in occasione dell’anniversario della legge: due studenti su tre nelle scuole sono nati in Italia ma considerati stranieri. La rete Dalla parte Giusta della Storia: “Vogliamo che sia l’ultimo compleanno di questa legge ingiusta”
Nel 2020 sono aumentate del 4,5% le acquisizioni di cittadinanza italiana.
Le Olimpiadi hanno riattualizzato il dibattito sulla cittadinanza. Ma i problemi dei nostri giovani atleti sono gli stessi problemi di un’intera generazione e la risposta dovrebbe essere data a tutti.
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