A due anni esatti dal varo della relocation, il dispositivo che avrebbe dovuto garantire una più equa redistribuzione dei richiedenti asilo tra gli stati membri dell’Ue, i numeri sono chiari. Alla scadenza del programma di solidarietà (lo scorso 27 settembre) sono stati ricollocati solo 9078 richiedenti asilo provenienti dall’Italia e 20.066 dalla Grecia.
L’associazione Carta di Roma, che è nata col compito di vigilare sul rispetto delle norme deontologiche alle quali i giornalisti italiani devono attenersi quando si occupano di immigrati, rifugiati, richiedenti asilo e vittime della tratta. Un compito che ci colloca oggettivamente, strutturalmente, nella prima linea della battaglia contro i muri dell’ignoranza, delle notizie false, della diffusione dell’odio.
Sulla pelle di migranti e rifugiati in questi mesi si sta combattendo – in Italia e non solo – una battaglia culturale e politica senza precedenti. Propaganda, cattiva informazione e bufale raccontano una realtà che non esiste e alimentano un clima infuocato nell’opinione pubblica.
Rilanciamo di seguito l’articolo, pubblicato oggi su Repubblica, di Ilvo Diamanti, sociologo e politologo e responsabile scientifico di Demos & Pi.
Il numero del quotidiano Libero oggi in edicola apre la prima pagina con questo titolo: “Dopo la miseria portano le malattie”. Il sommario precisa: “Immigrati affetti da morbi letali diffondono infezioni.
Migranti e rifugiati, la Spagna sarà la Grecia del 2017 o del 2018? Difficile dirlo oggi, anche se in molti – in Italia e non solo – nelle scorse settimane hanno ipotizzato che di qua e di là di Gibilterra stesse per nascere (o meglio rinascere) una frontiera diversa per l’ingresso in Europa.
Ospite della redazione di Fanpage lo scrittore Roberto Saviano smentisce i luoghi comuni sui migranti. Dai soldi che ricevono dallo Stato, alle strutture dell’accoglienza, ai costi per lo Stato, sino allo ius soli.
La presidente della Camera Laura Boldrini ha deciso di dare seguito alla decisione di rendere pubblici e denunciare i nomi di coloro che l’hanno molestata e diffamata, con frasi irripetibili, e quasi tutte segnate, non solo dall’odio politico, ma anche e soprattutto dal sessismo più volgare e violento.
«Sbarchi, i perché di un assedio». Si apriva così il Corriere della sera domenica 16 luglio 2017. Un taglio della notizia molto simile a quello usato un anno fa durante la campagna elettorale per il referendum sulla Brexit da alcuni giornali inglesi che “descrivevano” gli arrivi dei migranti sull’isola.
L’odio ha una struttura piramidale: gli stereotipi alla base, poi le discriminazioni, quindi il linguaggio d’odio, infine i crimini di odio. A definirlo la relazione della commissione parlamentare Jo Cox presentata oggi che ha individuato i quattro livelli per indicare un crescendo di gravità che arriva a sfociare nell’azione penalmente perseguibile ma che affonda le radici sin negli stereotipi.
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