È necessario stabilire una volta per tutte quale è il limite oltre il tollerabile. Le norme ci sono, i codici deontologici anche, il sistema sanzionatorio è li ad aspettare di essere applicato. Cosa manca allora? Possibile davvero che un giornale si possa permettere periodicamente di lanciare allarmi sanitari, di seminare panico e di spargere menzogne senza subire conseguenze?
L’edizione 2018 delle linee guida del codice deontologico Carta di Roma vuole essere uno strumento aggiornato rispetto ai cambiamenti di concetti e luoghi che il racconto delle migrazioni oggi impone
Un giornalista su sei in Finlandia ha subito attacchi sui social network, ma le redazioni rispondono sviluppando misure di contrasto che si stanno rivelando efficaci, scrive l’USIGRai Rilanciamo di seguito l’articolo comparso sul sito di USIGRai. di Monica Pietrangeli Linguaggio d’odio e minacce online non risparmiano neanche le giornaliste e i giornalisti finlandesi. Uno su… Leggi tutto
Siccome non ho un cazzo da fare, dopo aver letto questa notizia ho chiamato la Questura di Vicenza per avere informazioni sulla vicenda presentandomi come giornalista
Facciamo appello ai Direttori di giornali e telegiornali e a tutti i giornalisti, affinché si attengano al rispetto delle regole della Carta di Roma, considerato che ci troviamo in una fase in cui le notizie sulle migrazioni hanno un grande spazio nel panorama informativo e orientano l’agenda dei media.
L’impegno per portare al centro dell’informazione la verità sostanziale dei fatti quando si parla di migranti, rifugiati e richiedenti asilo è sempre più necessario. Noi siamo ancora qui a promuovere il codice deontologico giornalistico per distinguere le parole che servono agli imprenditori dell’odio e alla politica da quelle che invece servono all’informazione, alla buona informazione.
L’informazione per essere corretta deve essere completa, ben contestualizzata e scritta nel rispetto della verità sostanziale dei fatti. L’articolo dal titolo “Un richiedente asilo su due è matto da legare e va curato” pubblicato in prima pagina su Libero venerdì 23 marzo, non rispetta nessuno di questi tre criteri. Carta di Roma ha deciso di… Leggi tutto
Perché condannare il titolo di Libero “Un richiedente asilo su due è matto da legare” significa difendere la dignità del giornalismo italiano di Valerio Cataldi Pensavamo di aver visto il peggio nella recente campagna elettorale, ma ci siamo sbagliati. Oggi Libero torna alla carica con una delle sue migliori performance e lancia l’allarme sulla follia, annunciando… Leggi tutto
Il progetto nasce dall’idea del giornalista francese Florent Maurin che ha deciso di mettere il suo estro a disposizione della grafica e del design: si tratta di un videogioco che intende raccontare l’esperienza dei rifugiati. Bury me, my love si caratterizza come un videogioco per mobile realizzato da The pixel hunt di cui Maurin è fondatore.
Nasce come Lercio nel 2012, l’idea di formare un gruppo che facesse satira era nata qualche anno prima su sollecitazione di Daniele Luttazzi che, nel 2008 aveva dato ad alcuni l’incarico di scrivere alcune battute giornaliere, in uno spazio chiamato “la palestra”. Nel 2011, conclusasi l’esperienza della palestra, io e altri colleghi abbiamo fondato un altro blog “acido lattico”, ancora oggi esistente. Da questo blog, è emerso un blogger sardo, che ha avuto l’idea di “Lercio”.
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