In riferimento alle proprie attività in Libia, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) intende precisare di aderire alla posizione ONU secondo la quale la Libia non può ancora essere considerata un porto sicuro.
Corso di formazione continua per giornalisti in collaborazione con l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni: il racconto del fenomeno migratorio dalla parte dei protagonisti Giovedì 18 ottobre si svolgerà dalle 9:30 alle 13:30 la formazione dal titolo “MEDIA E MIGRAZIONI. ACCURATEZZA E CORRETTEZZA NEL RACCONTO DEL FENOMENO MIGRATORIO, DALLA PARTE DEI PROTAGONISTI” nella sala centro Kolbe… Leggi tutto
Ricorso alla Corte Europea dei diritti umani contro il governo per aver coordinato la Guardia Costiera Libica nei respingimenti che hanno portato ad abusi e al decesso di migranti nell’incidente in mare del 6 novembre 2017 di Eleonora Camilli per Redattore Sociale L’Italia rischia una nuova condanna alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Diciassette sopravvissuti… Leggi tutto
Sessantacinque giornalisti e operatori dei media sono stati uccisi nel mondo nel 2017. L’ha valutato Reporter senza frontiere (RSF) nel suo rapporto annuale. Tra loro ci sono 50 reporter professionisti, il dato più basso degli ultimi 14 anni. Il trend non indica una diminuzione delle violenze in generale, ma il fatto che, almeno in parte, molti giornalisti stanno rinunciando a lavorare nelle parti più pericolose del mondo, oltre che una migliore protezione per chi opera nel settore dell’informazione.
Sono 400 i progetti di servizio civile che coinvolgono 3500 volontari in tutta Italia e che vedono impegnati nelle attività 75 giovani non comunitari nelle sedi di Cesc project.
Questa organizzazione è un coordinamento di enti di servizio civile che nasce dalla tradizione degli obiettori di coscienza al servizio militare insieme a quella federativa dei “piccoli” enti di servizio civile iniziata già nel 1982 con il C.E.S.C. (Coordinamento Enti Servizio Civile). Promuove e realizza programmi di cooperazione internazionale, di volontariato, di promozione dello sviluppo, culturali e formativi sia in Italia che all’estero e attualmente aggrega 102 enti tra associazioni, cooperative, enti locali, congregazioni religiose, imprese e fondazioni.
Centinaia di migliaia di migranti, rifugiati e richiedenti asilo sono intrappolati a causa della rete di complicità e di collusione tra autorità libiche e trafficanti, da un lato, e tra i governi europei e le autorità libiche, dall’altra, che li espongono a una serie di violazioni dei diritti umani e abusi.
Malgrado le ormai numerose notizie, inchieste, reportage, lo stato e le reali necessità delle donne vittime di violenze in fuga dai loro paesi e che chiedono asilo sono ancora poco visibili in Italia. La situazione nei campi in Libia è ormai testimoniata anche da agenzie internazionali come l’Ohchr: abusi perpetrati dai trafficanti nei campi, nei viaggi dal Sudan o attraverso il Niger, in particolare ai danni di donne che viaggiano da sole.
Convocate a Palermo nei giorni dal 18 al 20 dicembre le sedute pubbliche del Tribunale permanete dei popoli, l’ istituzione di opinione che dal 1979 prende in esame i casi di violazione grave e sistematica dei diritti umani commesse dagli Stati, da autorità non statali, da gruppi o organizzazioni private. Giuristi, esperti di settore e osservatori presenteranno in questa occasione analisi, prove e documentazioni raccolte sulla violazione dei diritti delle persone migranti e rifugiate. Le sezioni di lavoro saranno suddivise nello specifico in base alla raccolta di testimonianze, ad una parte di lavoro strettamente giuridico ed una di comunicazione in merito alla narrazione che i mass media forniscono su questi temi.
“Non creiamo opposte fazioni”, dice il responsabile della Croce Rossa del centro di accoglienza al Tiburtino III a Roma dopo la rissa tra un immigrato eritreo e una donna del quartiere che rischia di sfociare in un accoltellamento. E la Capitale d’Italia diventa specchio di un paese che si scopre sempre più insofferente verso chiunque abbia un colore di pelle diverso dal bianco.
«L’Europa nasce o muore nel Mediterraneo». Scriveva già decenni fa Alex Langer. Con questa stessa frase nel 2015 si chiamarono a raccolta le forze sane di questo paese per fermare la strage di migranti in mare.
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