Negli ultimi anni, molti si sono interrogati sul ruolo della rete e dei social rispetto alla proliferazione di manifestazioni di violenza e intolleranza di matrice razzista e xenofoba. Anche pochi giorni fa la notizia della morte di un giovane ragazzo nigeriano sotto i binari di un treno è diventata l’ennesima occasione di commenti razzisti e violenti.
Circola sul web un elenco di titoli di giornale che, secondo chi pubblica e posta, sarebbero la prova dell’accanimento della stampa contro la sindaca di Roma Virginia Raggi e, dunque, la giustificazione alle parole violente del vicepresidente del consiglio Di Maio e di Alessandro di Battista.
Dedicato a insegnanti, educatori e attivisti il nuovo portale www.silencehate.it propone schede didattiche, percorsi laboratoriali ed approfondimenti tematici per affrontare il problema dell’odio sui social di Cospe Onlus Frutto del lavoro del Centro Zaffiria e di COSPE onlus, che dal 2014 lavorano su questo tema, il portale è un cantiere aperto e in continua evoluzione,… Leggi tutto
Scrivono commenti e post di odio su Facebook: condannati a sei mesi senza Facebook, dovranno leggere libri e vedere film sul tema immigrazione Rilanciamo di seguito l’articolo pubblicato su La Stampa riguardo la condanna esemplare data a due residenti di Portogruaro (Venezia) per aver condiviso discorsi di odio sui social network. Commenti razzisti: condannati a sei… Leggi tutto
Dieci anni dopo la sua prima uscita, l’appello è rivolto a tutti i giornalisti affinché svolgano un’azione critica e di contrasto ai messaggi d’odio usati come strumento di propaganda da politici e ministri.
“In questi ultimi tempi c’è stata una crescita di minacce, aggressioni, scritte e manifesti contro gli immigrati, spesso accompagnata dalla passività delle persone presenti”. A dichiararlo è il procuratore capo di Torino, Armando Spataro, che ha aggiunto: “Non tocca a noi intervenire nell’analisi politica e sociale, ma come Procura dobbiamo dare una risposta a questi reati odiosi e insopportabili”.
Facciamo appello ai Direttori di giornali e telegiornali e a tutti i giornalisti, affinché si attengano al rispetto delle regole della Carta di Roma, considerato che ci troviamo in una fase in cui le notizie sulle migrazioni hanno un grande spazio nel panorama informativo e orientano l’agenda dei media.
La prima regola della Carta di Roma è quella che invita i giornalisti ad utilizzare sempre i termini giuridicamente appropriati al fine di restituire al lettore la massima aderenza alla realtà dei fatti, evitando l’uso di termini impropri. Sembra una banalità, ma oggi è ancora più necessario riaffermarlo.
Il 5 novembre a Salerno è sbarcata una nave di migranti tra cui vi erano 26 donne, morte, una notizia che ha visto il propagarsi di hate speech online. Il ruolo dell’informazione nella diffusione dell’odio Di Giovanni Maria Bellu, presidente Associazione Carta di Roma L’odio che si è scatenato sui social in relazione alla notizia… Leggi tutto
Dal 2011 al 2014 sono stati almeno 59 i cittadini bengalesi medicati al pronto soccorso nel quartiere Tuscolano, a Roma, dopo aggressioni razziste e raid “punitivi”. Ovviamente la stima è per difetto: molti della comunità, non in regola con i documenti, hanno subito senza denunciare
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