Si aggira al 14% la percentuale di salvataggi da parte di navi Ong di fronte ai 101.127 migranti arrivati in Italia nel 2022. Dai porti assegnati sempre più a nord al divieto dei soccorsi multipli. Una condotta che cerca di ostacolare l’operato della flotta della società civile.
La risposta europea è stata ferma e non ha lasciato spazio alle richieste italiane: la Commissione ha dichiarato che il primo obbligo dei paesi è salvare vite in mare senza fare differenze tra navi delle ong e altri navi.
L’Ue punta tutto sui guardacoste libici, mentre le navi delle ong sono quasi tutte ferme per controlli e quarantene.
La chiusura dei porti, le odissee della navi delle ong con a bordo le persone soccorse nel Mediterraneo, il rimpallo di responsabilità tra i governi europei: come è stato raccontato tutto questo dai media italiani? Associazione Carta di Roma ha analizzato i dati di Sabika Shah Povia C’è un’imbarcazione che si trova nel Mediterraneo da… Leggi tutto
La prima parola che si può associare al racconto dell’immigrazione nel 2019 è “indifferenza”. Non l’ha pronunciata nessuno, ma si legge nei fatti di Valerio Cataldi per Articolo 21 Una volta, non tanto tempo fa, pensavamo che il pericolo maggiore fosse l’assuefazione. Pensavamo che la frequenza dei naufragi nel Mediterraneo potesse creare una reazione conseguente… Leggi tutto
Il Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Verna interviene sulla vicenda della nave Diciotti. Da Articolo21, riprendiamo la sua dichiarazione di Articolo21 La dichiarazione del Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Verna su Articolo21 esprime le sue preoccupazioni riguardo alla vicenda della nave della Guardia Costiera italiana Diciotti, che è rimasta in… Leggi tutto
Il populismo prospera parlando di immigrazione dove l’immigrazione non c’è. Dati alla mano, la giornalista Micol Flammini analizza la situazione politica di molti Paesi europei. L’Italia ha un problema con i migranti, così come l’est europeo, ma non ha nessuna emergenza Di seguito rilanciamo questo articolo, originariamente pubblicato su Il Foglio del 13 giugno 2018. L’emergenza… Leggi tutto
Convocate a Palermo nei giorni dal 18 al 20 dicembre le sedute pubbliche del Tribunale permanete dei popoli, l’ istituzione di opinione che dal 1979 prende in esame i casi di violazione grave e sistematica dei diritti umani commesse dagli Stati, da autorità non statali, da gruppi o organizzazioni private. Giuristi, esperti di settore e osservatori presenteranno in questa occasione analisi, prove e documentazioni raccolte sulla violazione dei diritti delle persone migranti e rifugiate. Le sezioni di lavoro saranno suddivise nello specifico in base alla raccolta di testimonianze, ad una parte di lavoro strettamente giuridico ed una di comunicazione in merito alla narrazione che i mass media forniscono su questi temi.
La narrativa mediatica della ricerca e del soccorso in mare ha subito una significativa trasformazione dal 2016 a oggi, che, tra gli effetti, ha contribuito a creare un clima di sfiducia nei confronti delle organizzazioni umanitarie. È quanto emerge dall’incontro che si è svolto a Ferrara tra Medici senza frontiere (Msf), Associazione Carta di Roma e il giornalista Christian Raimo.
Siamo persone privilegiate perché nel nostro cammino abbiamo incontrato una persona straordinaria come Don Mussie Zerai, da cui tanto tuttora impariamo. Lo abbiamo incontrato quando c’era da piangere e celebrare i morti e quando c’era da salvare i vivi, chiunque, indipendentemente dalla provenienza.
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