Gli sforzi delle organizzazioni non governative (Ong) per salvare i migranti nel Mediterraneo non fanno aumentare il numero di traversate né le rendono più rischiose è una delle conclusioni scaturite dell’indagine condotta dai ricercatori del Goldsmiths College, Università di Londra, e presentata all’Associazione Stampa Estera il 9 giugno.
Di operazioni di ricerca e soccorso i media parlano, e tanto: presenti nel 13% delle notizie sull’immigrazione nei principali quotidiani italiani e nel 18% dei servizi sull’immigrazione dei tg in prima serata e legate soprattutto al racconto di naufragi (39%) e azioni di salvataggio (22%). Ma come se ne parla?
Il 29 maggio alle 11.30 presso l’Associazione Stampa Estera (via dell’Umiltà 83/c, Roma) si terrà a presentazione del rapporto “Navigare a vista – Il racconto delle operazioni di ricerca e soccorso di migranti nel Mediterraneo centrale”, di Osservatorio di Pavia, Carta di Roma e Cospe.
Oltre al dibattito sui salvataggi in mare nei tg è stato raccontata la tragedia delle tre giovani vittime del rogo del camper e le dichiarazioni della Serracchiani che attribuisce a uno stupro una gravità maggiore se commesso da un profugo Di Alberto Baldazzi, Osservatorio Tg In una settimana che si apre con la notizia dei… Leggi tutto
Si parla molto delle operazioni di salvataggio dei migranti e dei rifugiati in viaggio nel Mediterraneo centrale. In particolare del ruolo svolto dalle ong accusate da alcune parti politiche, alcuni giornali e anche dal procuratore di Catania Carmelo Zuccaro di avere contatti con i trafficanti che in Libia organizzano le partenze verso l’Europa di uomini, donne e bambini. Per fare un po’ di chiarezza su ruolo e dimensioni dei salvataggi in mare, ci siamo fatti qualche domanda e abbiamo provato a rispondere anche attraverso i dati forniti dalla Guardia costiera.
Al grido di “ong scafiste” un gruppetto di rappresentanti del Movimento Nazionale e Gioventù Identitaria ha fatto irruzione al panel “Confini e orizzonti: la nuova geopolitica del Mediterraneo” in corso al Museo del Tessuto di Prato nell’ambito di Mediterraneo Downton. Un’azione violenta messa a punto da una quindicina di persone, arrivate da Roma, con il preciso intento di cercare visibilità e provocare i partecipanti.
Gli attacchi e le calunnie di questi giorni alle ong impegnate nelle operazioni di ricerca e soccorso in mare di rifugiati e migranti nel Canale di Sicilia sono per Cospe inaccettabili ma purtroppo non sorprendono. Sorprende, questo sì, che al coro dei calunniatori si unisca con particolare accanimento un’alta carica istituzionale come il vice-presidente della Camera e leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio.
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