Razzismo e sessismo raddoppiano le difficoltà per le donne migranti: non solo faticano ad acquisire credibilità all’interno dello status di vittime, ma per loro è anche più complicato l’accesso ai servizi alla salute, alla giustizia, all’autodeterminazione.
L’invito del Commissario straordinario Figliuolo alle Regioni e alle Province autonome affinché favoriscano l’accesso alle vaccinazioni delle persone senza tessera sanitaria, codice fiscale o residenza, è una notizia che viene accolta “con soddisfazione” da parte dell’Unar.
Malgrado le ormai numerose notizie, inchieste, reportage, lo stato e le reali necessità delle donne vittime di violenze in fuga dai loro paesi e che chiedono asilo sono ancora poco visibili in Italia. La situazione nei campi in Libia è ormai testimoniata anche da agenzie internazionali come l’Ohchr: abusi perpetrati dai trafficanti nei campi, nei viaggi dal Sudan o attraverso il Niger, in particolare ai danni di donne che viaggiano da sole.
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